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Taranto

Detenuto psichiatrico aggredisce agenti e devasta la cella

L’allarme del Sappe e dell’associazione Pannella: un trentenne originario del Brindisino dà in escandescenze

Il carcere di Taranto

Il carcere di Taranto

TARANTO - Un nuovo episodio di violenza e disagio psichiatrico scuote il carcere di Taranto, dove un detenuto di 30 anni, con problemi mentali noti da tempo, ha seminato il caos, aggredendo agenti di polizia penitenziaria e provocando danni sia alla cella che agli ambienti ospedalieri dove era stato temporaneamente trasferito. A denunciare l'accaduto è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), che torna a puntare il dito contro la mancanza cronica di strutture alternative al carcere per i detenuti affetti da disturbi mentali.

Secondo quanto riferito dal sindacato, il trentenne – originario della provincia di Brindisi – si trova recluso a Taranto dallo scorso marzo per reati contro il patrimonio. Più volte, nel corso della sua detenzione, è stato ricoverato negli ospedali Moscati e SS. Annunziata per avere ingerito oggetti di ogni tipo. Durante i ricoveri avrebbe devastato anche gli ambienti sanitari riservati ai detenuti, danneggiando stanze e arredi.

L’episodio più recente, però, ha alzato ulteriormente il livello di allerta. Secondo il Sappe, il detenuto ha prima insultato e poi colpito alcuni agenti, che hanno riportato lesioni fisiche, per poi scatenarsi contro la sua cella, ridotta in uno stato di devastazione.

A rilanciare l’appello è anche l’Associazione Marco Pannella, da anni impegnata nella battaglia per la dignità e i diritti dei detenuti. In una nota, l’organizzazione sottolinea che quanto accaduto nel carcere di Taranto è l’ennesima conferma della necessità urgente di nominare il garante comunale dei detenuti, figura prevista dal programma presentato dal sindaco Piero Bitetti.

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