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Quando il welfare si fa impresa: la nuova economia sociale della Puglia prende forma

Cohousing per anziani, falegnamerie per giovani autistici, turismo inclusivo e hub digitali: con “Impresa Possibile” la Regione finanzia 18 nuovi progetti per costruire un futuro più equo e sostenibile

Ruggiero Mennea

Ruggiero Mennea

BARI - Niente più teorie astratte o visioni utopistiche: in Puglia l’economia sociale è già realtà. Con l’approvazione delle ultime 18 progettualità finanziate dall’Avviso pubblico “Impresa Possibile”, il Dipartimento Welfare della Regione dà forma a un sistema imprenditoriale capace di coniugare inclusione, lavoro e innovazione.

Le nuove idee ammesse a finanziamento si aggiungono alle 24 già approvate nei mesi scorsi, per un totale di 42 iniziative sostenute, che portano l’investimento complessivo a oltre 6 milioni di euro sui 7 milioni stanziati con l’Azione 1.12.1 del PR Puglia FESR-FSE+ 2021-2027.

Cohousing per anziani, taxi per disabili, laboratori artigiani per giovani neurodivergenti e casali inclusivi in Valle d’Itria: i progetti abbracciano ogni angolo della regione, tracciando una nuova mappa della solidarietà attiva, dove impresa e giustizia sociale camminano fianco a fianco.

«Ogni euro investito è un seme per il cambiamento», commenta Ruggiero Mennea, consigliere regionale delegato al Welfare. «Con Impresa Possibile abbiamo voluto stimolare il protagonismo delle comunità e dare risposte nuove a bisogni antichi».

A conferma dell’impatto strutturale del bando, 4 delle 18 imprese selezionate sono nate proprio per partecipare all’avviso, segno che la misura non ha solo sostenuto realtà esistenti, ma ha anche generato nuove attività imprenditoriali a vocazione sociale.

Tra i dati più significativi, emergono 132 donne e 52 persone vulnerabili coinvolte direttamente nei progetti. Si tratta di donne vittime di violenza, persone con disabilità, ex detenuti, tossicodipendenti e cittadini seguiti dai servizi di contrasto alla povertà: storie fragili che trovano nel lavoro uno strumento di riscatto.

Tra legno e dignità: l’inclusione parte dai Monti Dauni

In cima alla lista delle iniziative più innovative c’è la nascita di una falegnameria sociale nei Monti Dauni, dove il legno locale diventa mezzo di inclusione per giovani con disturbi dello spettro autistico. In questo spazio formativo, la tradizione dell’artigianato incontra l’etica della sostenibilità e la dignità del lavoro. Non solo un’officina, ma un laboratorio di co-design dove la creatività diventa impiego e consapevolezza.

Un hub per giovani neurodivergenti

Nel cuore della Puglia prende vita il Generative Hub, un’impresa sociale pensata per giovani tra i 18 e i 28 anni con autismo, ADHD o disturbi del neurosviluppo. Percorsi personalizzati di apprendimento, autonomia e orientamento al lavoro si uniscono a spazi digitali dove le differenze diventano punti di forza. Una sfida culturale oltre che occupazionale.

La terza età non va parcheggiata: a Brindisi arriva il cohousing

Nel territorio brindisino si sperimenta invece una nuova forma di abitare la vecchiaia. Il progetto di cohousing per anziani propone un modello residenziale condiviso, dove autonomia e socializzazione convivono con servizi di assistenza quotidiana. Una risposta concreta all’invecchiamento demografico e alla solitudine.

Turismo per tutti: un casale inclusivo e taxi su misura

Nel cuore verde della Valle d’Itria nascerà una struttura extra-alberghiera totalmente accessibile, pensata per ospitare persone con disabilità in un contesto di bellezza e accoglienza. Un progetto che coniuga ospitalità, marketing territoriale e inclusione sociale.

In parallelo, un altro progetto mira a garantire la mobilità nei luoghi d’arte e natura grazie a un servizio di taxi attrezzato e prenotabile digitalmente, pensato per rendere l’esperienza turistica accessibile e autonoma per tutti.

«L’inclusione non è solo un principio, ma una pratica quotidiana», ribadisce Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare. «Dietro ogni progetto c’è una comunità che si prende cura e immagina un futuro più giusto per tutti».

L’economia che cura

Ciò che emerge con chiarezza da “Impresa Possibile” è la visione politica di un welfare costruito dal basso, in ascolto del territorio e in sinergia con il Terzo Settore. Non assistenzialismo, ma capacità produttiva, innovazione sociale e risposte concrete ai bisogni emergenti.

«Il nostro welfare non si fa nei palazzi, ma nei luoghi reali della fragilità», conclude Mennea. «Con questo bando, la Puglia dimostra che un altro modello di economia non solo è necessario, ma è già possibile e in atto».

Un futuro che si costruisce un tassello alla volta, tra comunità che resistono e si reinventano. Con dignità, coraggio e tanta voglia di fare.

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