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Trani

Così si spegne il sorriso di centinaia di bambini

Il caso che provoca la durissima reazione della scuola De Amicis: “Un regolamento pensato per escludere. Pochi soldi? Tagliate le spese su altri capitoli. Non su questo servizio che fa la differenza”

La scuola elementare De Amicis di Trani

La scuola elementare De Amicis di Trani

TRANI – I tagli all’assistenza educativa per gli alunni disabili nelle scuole di Trani non si fermano. E ora, a preoccupare, è un nuovo regolamento approvato dal Consiglio comunale che, secondo il 1° Circolo Didattico “De Amicis”, rischia di restringere drasticamente l’accesso al servizio per l’anno scolastico 2025/2026. A lanciare l’allarme è la dirigente scolastica Paola Valeria Gasbarro, che in una lunga nota ricostruisce quanto accaduto negli ultimi mesi.

Già all’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 il Comune aveva comunicato un drastico ridimensionamento del numero di educatori scolastici disponibili, motivando la decisione con l’aumento costante degli alunni disabili a fronte di risorse economiche rimaste invariate. A farne le spese, da subito, sono stati i bambini con disabilità media, completamente esclusi dall’assistenza, e molti alunni con disabilità grave, penalizzati per il semplice fatto di aver presentato la domanda con qualche giorno di ritardo.

Il 1°C.D. “De Amicis” ha più volte protestato ufficialmente, anche durante le riunioni tenutesi in Comune, sottolineando che non si può scaricare la responsabilità degli adulti sui più piccoli. La scuola ha chiesto almeno l’assegnazione degli educatori ai casi più gravi, ma la risposta è rimasta invariata: i fondi sono insufficienti.

La promessa di recuperare i bambini esclusi se si fossero trovate nuove risorse si è dissolta nel nulla, con la conclusione dell’anno scolastico senza alcun reintegro del servizio. A maggio, una nuova riunione in Comune ha confermato la linea: i disabili aumentano, i soldi no. Ma è la nuova regolamentazione che fa più rumore.

Durante l’incontro del 6 maggio 2025, è stato annunciato che per ottenere un educatore scolastico sarà obbligatorio presentare il certificato Inps che attesti una disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della legge 104. Una scelta che, secondo il mondo della scuola, limita l’accesso al servizio a meno della metà degli alunni disabili realmente presenti.

La ratio è evidente: ridurre il numero di domande, facendo in modo che le famiglie nemmeno si presentino con la richiesta, così che le scarse risorse bastino per pochi. La frase pronunciata durante la riunione è stata emblematica: “Abbiamo circa 503 alunni disabili nelle scuole di Trani e Bisceglie, ma col nuovo regolamento ci aspettiamo molte, molte domande in meno”.

Il problema è sostanziale, perché per accedere al certificato Inps bisogna attivare una procedura lunga, a volte complessa e anche legale, mentre la reale condizione di disabilità di un bambino a scuola è accertata da Asl e Ministero dell’Istruzione con la Diagnosi Funzionale e il Verbale di individuazione, che stabilisce il grado della disabilità e attiva il sostegno.

Il nuovo requisito, dunque, è una barriera, che rischia di lasciare fuori centinaia di bambini, nonostante siano già riconosciuti come portatori di disabilità. Il danno è evidente: con 3 ore settimanali in meno per ogni alunno escluso, si arriva a 99 ore di didattica perse in un anno, una sottrazione che colpisce in modo diretto lo sviluppo di competenze essenziali.

Il 1° Circolo “De Amicis” torna a chiedere all’Amministrazione comunale un’inversione di rotta: spostare risorse da altri capitoli di spesa, salvaguardare l’educazione e l’inclusione, difendere il diritto allo studio dei più fragili. Secondo la scuola, i cittadini di Trani e Bisceglie sarebbero pronti a rinunciare a qualcosa, pur di garantire ai bambini disabili il supporto educativo minimo indispensabile.

Perché quei bambini – scrive la scuola – sono figli di tutti noi. E perché 100 ore in più di scuola per circa 200 alunni valgono più di ogni altra voce di bilancio. L’appello si chiude con una richiesta semplice e potente: “Chiudete gli occhi, e pensate al sorriso di un bambino che impara un’autonomia nuova. Non spegnetelo”.

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