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Taranto

Carabiniere ucciso, l'arrestato fa scena muta. Ma è stata ritrovata la pistola che ha sparato

Sequestrato l'arsenale tra armi clandestine e munizioni in possesso della persona in cella. Le indagini proseguono sia a Taranto che a Brindisi

Le armi sequestrate da Polizia e Carabinieri di Taranto

Le armi sequestrate da Polizia e Carabinieri di Taranto

TARANTO – Nella foto l'ingente arsenale di armi, munizioni e oggetti da scasso rinvenute nella disponibilità dell'uomo fermato per l'uccisione del brigadiere Carlo Legrottaglie.

Questa mattina Camillo Giannattasio, 57enne di San Giorgio Jonico, uno dei due protagonisti dell'episodio criminale che ha portato alla morte del carabiniere è comparso davanti al gip di Taranto Francesco Maccagnano e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento Gianattasio, difeso dall'avvocato Luigi Danucci, deve rispondere di detenzione illegale di armi e munizioni, e ricettazione, mentre per l'omicidio del carabiniere la competenza è della Procura di Brindisi, a cui il pm Francesco Ciardo ha chiesto di trasmettere gli atti. Il gip Maccagnano si è riservato la decisione sulla misura cautelare.

Intanto Polizia di Stato e Carabinieri di Taranto hanno completato le perquisizioni che hanno permesso di scoprire un vero e proprio deposito di armi. Nella disponibilità del fermato, tra il suo domicilio e un’attività commerciale, sono stati trovati fucili e pistole modificate e senza matricola, munizioni di vario calibro, accessori per il travisamento, targhe di veicoli e cellulari potenzialmente utili alle indagini.

È stata inoltre recuperata l’arma impugnata dal malvivente deceduto: si tratta di una Beretta modello 98/FS calibro 9x21, con matricola abrasa, probabilmente utilizzata anche nella precedente sparatoria contro i militari. L’arma è stata sottoposta a sequestro e sarà analizzata per eventuali riscontri balistici.

Le forze dell’ordine hanno ribadito che, nonostante la gravità delle accuse, per l’indagato vige il principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

L’operazione rappresenta un passo significativo nell’inchiesta sull’agguato che è costato la vita al brigadiere Legrottaglie, ma le indagini restano ancora aperte per ricostruire nel dettaglio il contesto e le eventuali responsabilità di altri soggetti coinvolti.

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