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Taranto

Emergenza caldo, la Cgil chiede lo stop al lavoro all’aperto nelle ore più critiche

Lettera ai 29 sindaci della provincia: ordinanze urgenti per tutelare i lavoratori esposti al sole. “Non aspettiamo il primo malore”

Agricoltura

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TARANTO – Con l’arrivo delle temperature roventi e l’innalzamento del rischio per la salute dei lavoratori, la Cgil e la Fillea-Cgil di Taranto alzano il livello di allerta: è urgente sospendere tutte le attività lavorative esposte al sole nelle ore più calde della giornata. La richiesta è stata formalizzata in una lettera inviata ai 29 sindaci della provincia ionica, chiedendo l’adozione immediata di ordinanze sindacali che vietino il lavoro all’aperto dalle 12 alle 16 nei giorni in cui il rischio di esposizione al calore è classificato come “alto”.

Un appello, quello firmato dai segretari generali Giovanni D’Arcangelo (Cgil Taranto) e Francesco Bardinella (Fillea-Cgil), che si basa sull’esperienza degli scorsi anni, quando diversi Comuni – tra cui Taranto, Grottaglie, Martina Franca, Manduria e Castellaneta – hanno già attivato misure simili. Ora l’obiettivo è estendere la protezione a tutta la provincia, replicando e rafforzando quanto già disposto con l’ordinanza n. 34/2024 del Comune di Taranto.

«Il nostro intervento – spiega Bardinella – si basa su dati scientifici forniti dal progetto Worklimate 2.0, sviluppato da Inail e Cnr. Quando i parametri indicano un rischio elevato, è necessario vietare il lavoro sotto il sole, per prevenire colpi di calore, infortuni e malattie professionali. Le aziende non possono più rimandare: è il momento di cambiare le modalità organizzative, adeguando le misure di protezione nei cantieri e nei luoghi di lavoro esposti».

La Cgil di Taranto ribadisce che il diritto alla salute non può essere subordinato a logiche di produttività e che le imprese sono tenute, anche fuori dalla fascia oraria 12-16, a garantire la presenza di acqua potabile, dispositivi di protezione individuale e zone d’ombra per le pause. In assenza di queste condizioni, il lavoro dovrà essere sospeso per motivi di sicurezza.

«È il terzo anno consecutivo che chiediamo l’adozione di ordinanze a tutela dei lavoratori – sottolinea D’Arcangelo – ma il cambiamento climatico corre più veloce della burocrazia. Nel 2023 fu Taranto a fare da apripista. Nel 2024 si sono aggiunti altri 12 Comuni. Ora serve un’azione coordinata e immediata da parte di tutti i sindaci della provincia».

Intanto, a livello nazionale, la Fillea Cgil ha portato il tema all’attenzione del Ministero del Lavoro e delle Commissioni parlamentari Salute e Sicurezza, chiedendo di intervenire anche sul fronte normativo. Tra le proposte, l’accesso alla cassa integrazione per eventi climatici gravi, indipendentemente dal conteggio settimanale ordinario.

«La vita delle persone non può essere messa a rischio per un mancato stop ai lavori – conclude D’Arcangelo –. Agiamo subito, senza attendere che sia un malore a costringerci a intervenire. Noi siamo pronti a vigilare ogni giorno nei cantieri. Ma la prima mossa spetta alle istituzioni locali».

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