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Taranto
13 Giugno 2025 - 09:48
Una veduta del Mar Piccolo
TARANTO – Una nuova ferita ambientale rischia di aprirsi tra le sponde del Mar Piccolo e il quartiere Paolo VI, in un’area già fortemente compromessa. A lanciare l’allarme è il Movimento 5 Stelle, che denuncia con forza la progettazione di un impianto per il trattamento di ben 260.000 tonnellate all’anno di rifiuti inerti, ritenuto dagli esponenti pentastellati ad alto impatto ambientale e sanitario.
Il piano prevede la movimentazione di oltre 18.700 camion ogni anno, con un incremento rilevante di traffico pesante, inquinamento acustico e atmosferico in un’area già classificata come fragile sotto il profilo ecologico. Secondo le stime fornite, le emissioni di polveri sottili (PM10) potrebbero toccare i 780 grammi all’ora, mentre l’impianto andrebbe a occupare circa 40.000 metri quadrati di suolo, in parte agricolo e in parte ricadente in zone a rischio ambientale.
A suscitare maggiore indignazione è l’assenza di un vero processo partecipativo. Nessun confronto con i cittadini, nessuna informazione trasparente né dibattito pubblico: questo, secondo il M5S, mina i principi di trasparenza e partecipazione e contribuisce ad alimentare il malcontento in una città che da anni convive con emergenze ambientali e sanitarie.
“Taranto ha già dato, ora basta” – dichiarano i portavoce locali del Movimento – “Non possiamo accettare un nuovo impianto calato dall’alto, senza una valutazione seria delle ricadute su salute, qualità della vita ed ecosistemi locali”.
Il M5S avanza tre richieste precise: sospendere immediatamente l’iter autorizzativo, rendere pubblici tutti gli atti e i soggetti coinvolti nel progetto, e avviare un vero percorso di confronto con la cittadinanza, incentrato su criteri di sostenibilità ambientale e salvaguardia della salute pubblica.
“Taranto merita bonifiche e risanamento ambientale, non ulteriori impianti industriali potenzialmente inquinanti” – concludono gli esponenti pentastellati – “Il nostro impegno sarà massimo, sia a livello istituzionale che territoriale, per bloccare un progetto che rappresenta l’ennesima minaccia per la città”.
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