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Taranto
11 Giugno 2025 - 10:36
Un pallone da calcio
TARANTO – C'è anche la provincia ionica tra quelle coinvolte nella vasta operazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia, che ha eseguito perquisizioni simultanee in 11 territori italiani nell’ambito di un’indagine su un sistema di frode fiscale e riciclaggio. L’operazione ha interessato anche Taranto, dove i militari hanno effettuato controlli mirati con il supporto dei reparti locali.
L'inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Brescia, ha portato all’esecuzione di 25 decreti di perquisizione personale e locale, riguardanti 11 soggetti fisici e 14 persone giuridiche, ritenuti coinvolti a vario titolo nella compravendita fittizia di crediti fiscali e nella successiva attività di riciclaggio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il meccanismo fraudolento avrebbe permesso a numerosi imprenditori di ottenere indebitamente crediti IVA, utilizzando aziende "fantasma", prive di sedi operative reali e spesso intestate a soggetti con precedenti penali per reati tributari. Tali aziende, del tutto inadempienti dal punto di vista fiscale, avrebbero prodotto crediti fittizi per un valore stimato superiore a 4 milioni di euro.
Questi crediti, una volta generati, sarebbero stati trasferiti attraverso una società "veicolo" con sede fittizia a Milano verso realtà imprenditoriali di maggior rilievo. Tra queste figura anche il Brescia Calcio S.p.A., che secondo le accuse avrebbe usufruito dei crediti per ridurre l’esposizione fiscale e contributiva.
Le indagini hanno fatto emergere che la società “veicolo” non disponeva delle autorizzazioni previste per l’attività finanziaria, né di una struttura operativa concreta. Un ulteriore elemento emerso nel corso delle verifiche è il coinvolgimento diretto di uno studio di consulenza attivo principalmente nel territorio bresciano, che avrebbe svolto un ruolo di regia tecnica nella costruzione dell’intero impianto fraudolento.
Nel corso delle perquisizioni, le Fiamme Gialle hanno sequestrato ampia documentazione contabile e fiscale, ritenuta essenziale per accertare le eventuali responsabilità amministrative delle società coinvolte, anche in relazione alla mancanza di adeguati modelli organizzativi previsti dal decreto legislativo 231/2001.
Il coinvolgimento della città di Taranto conferma che il sistema illecito aveva ramificazioni su scala nazionale, toccando anche il tessuto economico pugliese. Le indagini proseguono, con l’obiettivo di accertare l’intera filiera di responsabilità e ricostruire tutti i flussi economici sospetti.
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