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Bari

Energie rinnovabili e suolo agricolo, "Il terreno non è sacrificabile, va tutelato come bene comune"

Cia Puglia lancia l’allarme e propone emendamenti al disegno di legge regionale: sì alle energie pulite, ma non a scapito delle campagne produttive

Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia

Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia

BARI – La terra coltivabile non è una risorsa infinita e, per questo, non può essere barattata con il solo sviluppo delle energie rinnovabili. È questo il messaggio forte e chiaro lanciato da CIA Agricoltori Italiani di Puglia, nel corso del convegno dal titolo “Il consumo del suolo tra consapevolezza e responsabilità: quali prospettive”, che si è tenuto il 9 giugno all’Hotel Grande Albergo delle Nazioni di Bari.

Durante l’incontro, sono stati illustrati i principali emendamenti al disegno di legge regionale sulle aree idonee all’installazione di impianti da fonti di energia rinnovabile (FER). A redigerli, su mandato della CIA, è stato Massimo Fragassi, responsabile dell’Ufficio Legislativo dell’organizzazione. Tre i punti cardine attorno ai quali ruotano le proposte, concepite con l’obiettivo di equilibrare l’urgenza della transizione energetica con la salvaguardia del territorio agricolo.

Il primo punto prevede il riconoscimento giuridico del suolo agricolo come bene comune, risorsa limitata e non rinnovabile, che deve essere destinata prioritariamente alla produzione alimentare e alla tutela dell’ecosistema.

Il secondo emendamento stabilisce una preferenza per l’installazione degli impianti FER su aree industriali, artigianali, di servizio o logistiche, nonché su terreni dismessi o incolti da almeno 5 anni, relegando il consumo di suolo agricolo a una scelta residuale ed eccezionale, da valutare solo in ultima istanza nei procedimenti autorizzativi.

Il terzo punto sottolinea la necessità di coinvolgere formalmente gli enti locali nei procedimenti autorizzativi, attribuendo alle Province, previo parere dei Comuni interessati, il compito di individuare le “aree agricole di pregio”, dove insistono coltivazioni consolidate, paesaggi agrari storici, ecosistemi complessi e attività produttive stabili. In questi casi, l’impresa proponente dovrà dimostrare con atti e soluzioni tecniche la possibilità di non compromettere i valori ambientali e produttivi tutelati.

“Non siamo contro le energie rinnovabili, ma serve una pianificazione seria che non metta a rischio la nostra agricoltura”, è stato il monito lanciato da CIA Puglia nel corso dei lavori. L’associazione ha chiarito che il confronto con le istituzioni regionali deve portare a una legge equilibrata, in grado di favorire sia lo sviluppo sostenibile, sia la tutela del suolo come risorsa vitale per il futuro delle comunità rurali.

L’incontro ha acceso i riflettori su un tema sempre più centrale, quello del consumo del suolo agricolo, che riguarda da vicino lo sviluppo energetico, la sicurezza alimentare e la qualità della vita nei territori. Una sfida che la Puglia, regione tra le più coinvolte nella transizione ecologica e nel comparto agricolo, non può permettersi di affrontare senza consapevolezza, regole chiare e responsabilità condivise.

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