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Monopoli
10 Giugno 2025 - 08:43
La rapina a Monopoli
MONOPOLI – È stato rintracciato e sottoposto a misura cautelare agli arresti domiciliari il presunto autore della rapina armata avvenuta in una farmacia di Monopoli nel gennaio 2024. I Carabinieri della Stazione locale, su disposizione del Gip del Tribunale di Bari e su richiesta della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa nei confronti di un uomo di 52 anni, residente a Fasano ma domiciliato nel centro monopolitano.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’uomo sarebbe entrato nella farmacia con il volto coperto da un passamontagna e avrebbe puntato una pistola verso la farmacista, “scarrellando” l’arma per intimidirla e costringerla a consegnare tutto il denaro in cassa. L’intera azione, consumata con estrema rapidità e sotto minaccia, era stata ripresa dai sistemi di videosorveglianza, le cui immagini si sono rivelate decisive per l’identificazione del rapinatore.
I militari, attraverso l’analisi dei filmati, sono riusciti a isolare tratti somatici riconoscibili, il modo di camminare e persino la voce dell’uomo. Ma il vero elemento chiave è arrivato da un dettaglio fisico: una macchia visibile sul pollice della mano destra, identica a quella rilevata su un uomo già conosciuto dalle forze dell’ordine.
Il 52enne, infatti, era stato già arrestato nell’agosto 2024 dagli stessi Carabinieri per un altro reato, dopo aver sottratto effetti personali a turisti in un lido cittadino. In quell’occasione, durante la perquisizione domiciliare, venne rinvenuta e sequestrata una pistola a salve priva del tappo rosso, completa di caricatore, che ha rafforzato i sospetti.
A quel punto, è stata effettuata una nuova comparazione con i filmati della rapina. Un consulente tecnico, incaricato dagli investigatori, ha analizzato la voce dell’uomo confrontandola con l’audio registrato dalle telecamere, confermandone la compatibilità.
Il quadro indiziario è stato ritenuto solido dalla Procura di Bari, che ha richiesto al Gip l’emissione della misura cautelare. Il giudice, accolta l’istanza, ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagato, in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.
L’inchiesta resta aperta per chiarire eventuali collegamenti con altri episodi simili registrati in zona, ma per gli inquirenti l’identificazione del responsabile rappresenta un passo decisivo verso la chiusura del caso.
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