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L'ex Ilva

"Acciaierie d'Italia, ecco perché la situazione è drammatica"

I dati sugli impianti dello stabilimento di Taranto forniti dalla Uilm. Che racconta anche l'ansia dei lavoratori

Una veduta dell'ex Ilva

Una veduta dell'ex Ilva

"A conferma della drammaticità della situazione, basta osservare il quadro impiantistico aggiornato delle aree Altoforni e Acciaierie.

AFO1 è fermo e sotto sequestro giudiziario. Anche se venisse dissequestrato, sarebbero necessari almeno 3 mesi di fermata tecnica per ripristinare la funzionalità, a causa dei danni strutturali accertati. AFO2 è in condizioni peggiori: il crogiolo necessario non è disponibile e va acquisito ex novo, con una fornitura che richiederà almeno 6 mesi. AFO4 è l’unico altoforno operativo e viene mantenuto con fermate programmate per contenere l’usura. Un suo arresto fermerebbe tutta la fabbrica.

Per quanto riguarda le Acciaierie, dei tre convertitori di Acciaieria 1, solo il Convertitore 1 è operativo. Dal 3 giugno, il gasometro di Acciaieria 2 subirà una fermata programmata per circa 30 giorni, con gravi ripercussioni: stop ai convertitori, alla fossa sivière e alla produzione, e 3/4 della forza lavoro sarà sospesa".

È quanto scrive Vito Pastore in "Crisi e speranze tradite, lo struggente appello dei lavoratori dell'ex Ilva", pubblicato sul sito web della Uilm nazionale.

Una lettura dalla quale si può capire il momento - tanto difficile quanto delicato - vissuto dal Siderurgico oggi sotto le insegne di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria. Come evidenzia Pastore, "in fabbrica oggi si respira un’aria pesante, di frustrazione e rassegnazione. I lavoratori vivono un vero e proprio déjà-vu, che riporta alla mente gli incubi del passato, ma con un’aggravante: nel 2012, quando si rischiava la chiusura, avevamo la consapevolezza che gli impianti erano ancora sani, manutenuti, e questo ci faceva sentire davvero strategici. Oggi quella consapevolezza è svanita".

Domani è in programma un nuovo, importante vertice a Roma, convocato dal Governo. Ma il rischio è quello di essere ad un punto di non ritorno: "Gli ultimi eventi - l’esplosione al GRF, lo scoppio della tubiera all’AFO1, la fuga di gas e i problemi al gasometro dell’Acciaieria 2 - non sono episodi isolati, ma veri e propri campanelli d’allarme che segnalano il collasso strutturale della fabbrica (...) Dove sono finiti i fondi stanziati per la rinascita e le bonifiche ambientali? Il risultato è evidente: cassa integrazione raddoppiata, pezzi di ricambio introvabili, manutenzioni assenti, e un solo altoforno operativo. Stiamo giocando con la sorte, sperando in un miracolo che scongiuri l’imponderabile".

E allora, "se il futuro è l’elettrosiderurgia, è evidente che ci saranno esuberi, rendendo urgente un confronto su soluzioni occupazionali alternative. Una legge speciale per Acciaierie d’Italia deve essere vista come diritto, un risarcimento per anni di esposizione a rischi sanitari confermati da studi epidemiologici". Senza dimenticare "la tragedia silenziosa" della crisi dell'indotto e la "preoccupazione" per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria.

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