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L'ex Ilva
08 Giugno 2025 - 07:29
Una veduta dell'ex Ilva
"A conferma della drammaticità della situazione, basta osservare il quadro impiantistico aggiornato delle aree Altoforni e Acciaierie.
AFO1 è fermo e sotto sequestro giudiziario. Anche se venisse dissequestrato, sarebbero necessari almeno 3 mesi di fermata tecnica per ripristinare la funzionalità, a causa dei danni strutturali accertati. AFO2 è in condizioni peggiori: il crogiolo necessario non è disponibile e va acquisito ex novo, con una fornitura che richiederà almeno 6 mesi. AFO4 è l’unico altoforno operativo e viene mantenuto con fermate programmate per contenere l’usura. Un suo arresto fermerebbe tutta la fabbrica.
Per quanto riguarda le Acciaierie, dei tre convertitori di Acciaieria 1, solo il Convertitore 1 è operativo. Dal 3 giugno, il gasometro di Acciaieria 2 subirà una fermata programmata per circa 30 giorni, con gravi ripercussioni: stop ai convertitori, alla fossa sivière e alla produzione, e 3/4 della forza lavoro sarà sospesa".
È quanto scrive Vito Pastore in "Crisi e speranze tradite, lo struggente appello dei lavoratori dell'ex Ilva", pubblicato sul sito web della Uilm nazionale.
Una lettura dalla quale si può capire il momento - tanto difficile quanto delicato - vissuto dal Siderurgico oggi sotto le insegne di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria. Come evidenzia Pastore, "in fabbrica oggi si respira un’aria pesante, di frustrazione e rassegnazione. I lavoratori vivono un vero e proprio déjà-vu, che riporta alla mente gli incubi del passato, ma con un’aggravante: nel 2012, quando si rischiava la chiusura, avevamo la consapevolezza che gli impianti erano ancora sani, manutenuti, e questo ci faceva sentire davvero strategici. Oggi quella consapevolezza è svanita".
Domani è in programma un nuovo, importante vertice a Roma, convocato dal Governo. Ma il rischio è quello di essere ad un punto di non ritorno: "Gli ultimi eventi - l’esplosione al GRF, lo scoppio della tubiera all’AFO1, la fuga di gas e i problemi al gasometro dell’Acciaieria 2 - non sono episodi isolati, ma veri e propri campanelli d’allarme che segnalano il collasso strutturale della fabbrica (...) Dove sono finiti i fondi stanziati per la rinascita e le bonifiche ambientali? Il risultato è evidente: cassa integrazione raddoppiata, pezzi di ricambio introvabili, manutenzioni assenti, e un solo altoforno operativo. Stiamo giocando con la sorte, sperando in un miracolo che scongiuri l’imponderabile".
E allora, "se il futuro è l’elettrosiderurgia, è evidente che ci saranno esuberi, rendendo urgente un confronto su soluzioni occupazionali alternative. Una legge speciale per Acciaierie d’Italia deve essere vista come diritto, un risarcimento per anni di esposizione a rischi sanitari confermati da studi epidemiologici". Senza dimenticare "la tragedia silenziosa" della crisi dell'indotto e la "preoccupazione" per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria.
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