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Il caso

Polemica sul bonus ovociti della Asl Bt, il comitato ProLife: “Spesa inutile e rischiosa, la maternità non si incentiva così”

Il medico pediatra Luciano Leone contesta il contributo da 3.000 euro per la crioconservazione degli ovociti: “Rischi per la salute delle donne, scarti embrionali e un mercato che sfrutta la povertà”

Neonato

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BAT - Si registrano nuove reazioni dopo l’annuncio della Asl Bt di voler sostenere economicamente, con un contributo di 3.000 euro, le donne che scelgono di crioconservare i propri ovociti per contrastare il calo delle nascite. A sollevare una dura critica è il dottor Luciano Leone, medico chirurgo e pediatra, rappresentante del comitato “ProLife Insieme”, che in una lunga nota definisce l’iniziativa “fuori dalla logica” e potenzialmente pericolosa.

Secondo Leone, la procedura di prelievo degli ovociti richiede un trattamento ormonale invasivo, con la somministrazione di gonadotropine che stimolano in modo forzato la maturazione simultanea di più follicoli. Un processo innaturale, sottolinea, che può esporre la donna alla sindrome da iperstimolazione ovarica, con complicazioni anche gravi come dolori intensi, nausea, versamenti addominali o pleurici, trombosi, insufficienze d’organo e perfino distress respiratorio acuto.

Il medico cita i dati contenuti nella Relazione ministeriale sulla legge 40 del 2004, da cui emerge che oltre 5.600 cicli di procreazione assistita, pari all’11,29%, sono stati sospesi per effetti avversi, mentre molti altri non hanno avuto esito positivo.

Leone evidenzia che per recuperare gli ovociti è necessaria un’anestesia, seguita da un prelievo transvaginale che, secondo lui, può anche alterare la qualità delle cellule, con possibili conseguenze sullo sviluppo del futuro bambino.

La disponibilità di ovociti congelati – osserva il pediatra – è il primo passo verso la procreazione medicalmente assistita, che nel 2021 ha visto in Italia 50.297 cicli da cui sono stati prodotti oltre 174.000 embrioni. Di questi, quasi 76.000 (43,43%) sono stati scartati e ritenuti non idonei, mentre più di 60.000 sono stati congelati, lasciando sospeso il destino di migliaia di embrioni.

Solo il 9% di quegli embrioni ha portato a una nascita”, aggiunge, “a fronte di un investimento considerevole e di rischi non trascurabili”. Il medico definisce “eticamente inaccettabile” l’eliminazione di così tanti embrioni e pone dubbi sulla sostenibilità economica della misura: “È giusto sottrarre fondi pubblici per sostenere una pratica così controversa, quando ci sono altre emergenze concrete da affrontare?”

Leone denuncia anche l’esistenza di un mercato online degli ovociti, che, a suo dire, sfrutta donne in difficoltà economica, malgrado in Italia sia vietata la compravendita.

Infine, l’affondo più netto: “Le gravidanze naturali faticano a decollare a causa dell’età avanzata in cui si cerca un figlio, dell’abuso di anticoncezionali e delle conseguenze fisiche degli aborti volontari”.

Una posizione radicale, che apre un fronte acceso nel dibattito etico e sanitario, mettendo in discussione la legittimità, l’efficacia e l’opportunità dell’intervento pubblico nel sostegno alla fertilità attraverso la crioconservazione.

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