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Molfetta

Appalti e voti, il sindaco Tommaso Minervini ai domiciliari

Il primo cittadino coinvolto in un'inchiesta su presunte irregolarità in gare pubbliche: misure cautelari anche per dirigenti comunali e un imprenditore

Tommaso Minservini, sindaco di Molfetta

Tommaso Minservini, sindaco di Molfetta

MOLFETTA – È arrivata la decisione del Gip del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, sull’inchiesta che ha travolto la città di Molfetta subito dopo le festività pasquali. Il sindaco Tommaso Minervini è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di una complessa indagine della Procura di Trani, condotta dalla Guardia di Finanza, che ipotizza gravi irregolarità nella gestione di appalti pubblici.

Nel mirino degli inquirenti ci sono gare e affidamenti legati a opere strategiche come l’area mercatale, il nuovo porto commerciale e lo sportello per l’occupazione Porta Futuro. Secondo gli investigatori, alcuni appalti sarebbero stati orientati in cambio di consenso elettorale.

Insieme al primo cittadino, è finita ai domiciliari anche Lidia De Leonardis, 58 anni, dirigente comunale del settore socialità. Per altri due alti funzionari del Comune, Alessandro Binetti (responsabile unico del procedimento per il porto) e Domenico Satalino (dirigente ai lavori pubblici), è scattata l’interdizione dai pubblici uffici per 1 anno.

Colpito da una misura di divieto a contrarre con la pubblica amministrazione anche l’imprenditore portuale Vito Totorizzo, accusato di aver cercato di pilotare a proprio vantaggio la gara per la banchina nord-est del porto, in cambio di sostegno elettorale al sindaco uscente.

L’ordinanza cautelare arriva a seguito dell’interrogatorio di garanzia svoltosi lo scorso 3 maggio, a cui erano stati sottoposti 8 indagati. Si aggrava così il quadro giudiziario che da settimane agita la vita politica e amministrativa di Molfetta, aprendo scenari ancora incerti per il futuro dell’ente e della coalizione al governo della città.

Questo il comunicato della Guardia di Finanza:

Il G.I.P. del Tribunale di Trani, sulla base della richiesta della Procura di Trani e dopo aver svolto i prescritti interrogatori preventivi, ha adottato un’ordinanza applicativa della misura cautelare nei confronti di sei persone per ipotesi di reato che includono Peculato, Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, Rivelazione ed Utilizzazione di segreti di ufficio, Turbata libertà degli incanti e di scelta del contraente, Frode nelle pubbliche forniture, Frode in processo penale e depistaggio, Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e diverse fattispecie di falso.

Nella mattinata odierna, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, i finanzieri della Compagnia di Molfetta, coadiuvati da altro personale del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione, nei Comuni di Molfetta e Bari, all’ordinanza cautelare.

I destinatari dell’ordinanza sono complessivamente sei, di cui due sottoposti alla custodia cautelare degli arresti domiciliari (un amministratore locale e un dirigente), due sottoposti alla misura interdittiva di sospensione per 12 mesi dall’esercizio dei pubblici uffici o servizi (due dirigenti), uno sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Molfetta (un già Luogotenente cariche speciali della Guardia di Finanza) e uno sottoposto alla misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare per 12 mesi con la P.A. (un imprenditore).

Il provvedimento costituisce l’epilogo di una complessa indagine di polizia giudiziaria delegata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani alla Compagnia della Guardia di Finanza di Molfetta, consistente nell’esecuzione di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali.

Gli elementi investigativi raccolti hanno consentito di acquisire elementi probatori, sulla base dei quali la Procura della Repubblica iscriveva, nel registro degli indagati, complessivamente, ventuno persone fisiche, tra cui i sei soggetti destinatari di applicazione di misure cautelari.

Il Pubblico Ministero, ritenendo cessate le esigenze cautelari per due indagati in ragione delle utili dichiarazioni rese, ha revocato in parte la richiesta cautelare. L’ordinanza non è di totale accoglimento della richiesta sia per la tipologia di misura applicata sia per l’esclusione della gravità indiziaria per due ipotesi di reato.

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