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Bari
05 Giugno 2025 - 16:06
Le orecchiette di Bari Vecchia
BARI – Nelle cucine dei vicoli della Città vecchia sta per accendersi una nuova luce di legalità. Questa mattina, presso gli uffici dell’assessorato di piazza Chiurlia, si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale e un gruppo di pastaie artigiane, protagoniste di un progetto di emersione e regolarizzazione promosso dal Comune di Bari in collaborazione con la ASL e le associazioni di categoria.
Le artigiane della pasta fresca, vere custodi della tradizione gastronomica barese, potranno ora avviare una IAD – Impresa Alimentare Domestica. L’obiettivo è chiaro: trasformare una storica attività familiare in microimprese riconosciute e tracciabili, con tutti i requisiti igienico-sanitari, fiscali e digitali previsti dalla normativa.
Durante l’incontro, l’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli e Roberto Covolo, responsabile delle politiche di economia urbana, hanno illustrato le linee guida operative, che includono strumenti essenziali come la CIE o SPID, firma digitale, PEC, iscrizione alla Camera di Commercio, SCIA sanitaria e avvio della pratica presso il SUAP.
“È un primo passo concreto – ha spiegato Petruzzelli – per accompagnare le pastaie verso una piena regolarizzazione, nel rispetto delle regole igieniche e fiscali. Chi lavora con passione nel solco della tradizione merita di essere sostenuto, non escluso”.
Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 11 giugno, quando si terranno due sessioni di assistenza tecnica curate da Porta Futuro Bari, per guidare le prime 6 pastaie nella costituzione formale della loro impresa.
Le linee guida presentate definiscono nel dettaglio le condizioni igieniche dei locali domestici, i requisiti delle attrezzature e le modalità di conservazione e tracciabilità degli alimenti. Tra le indicazioni: cucine dotate di zanzariere, contenitori a chiusura igienica, utensili certificati per uso alimentare, e divieto assoluto di produrre pasta fresca all’aperto, salvo per dimostrazioni.
Particolare attenzione è riservata al protocollo HACCP, con un piano semplificato di autocontrollo pensato per le esigenze delle imprese alimentari domestiche, e con l’obbligo di conservare documentazione fiscale e tracciabilità sia per le materie prime che per le forniture effettuate ad altri operatori del settore.
“L’auspicio – ha concluso Petruzzelli – è che altre pastaie seguano l’esempio delle prime sei e intraprendano questo cammino, nel rispetto della città, della legalità e di chi lavora con onestà”.
Un segnale chiaro: la tradizione può convivere con l’innovazione, se accompagnata con strumenti concreti e una visione condivisa.
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