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Taranto
05 Giugno 2025 - 15:24
Lo stabile sgomberato in via Giovine
Senz'acqua e sotto sgombero: torna la protesta in via Giovine a Taranto
TARANTO – L’acqua è stata chiusa, ma loro non intendono lasciare le proprie abitazioni. I residenti dello stabile sgomberato in via Giovine annunciano una protesta che potrà arrivare anche ad azioni eclatanti durante le operazioni di voto per i referendum e il ballottaggio di domenica 8 e lunedì 9 giugno.
Ma la tensione sta rapidamente toccando livelli di guardia.
Due giovani donne, tra le persone coinvolte nella protesta, sono salite sul terrazzo del palazzo e si sono esposte proprio sul cornicione danneggiato. La loro protesta è cominciata intorno alle ore 13.30. Sul posto sono arrivati poco dopo gli agenti della Polizia di Stato, un mezzo del 118 e diverse unità dei Vigili del Fuoco, dotate anche di autoscala. Gli operatori delle Volanti hanno avviato un contatto telefonico con le due manifestanti, tentando di tranquillizzarle e di convincerle a rinunciare a qualsiasi gesto estremo. Nel frattempo, i Vigili del Fuoco hanno predisposto un materasso di sicurezza per attutire eventuali cadute e prevenire gravi conseguenze.
I nuclei familiari coinvolti, ancora presenti all’interno dell’edificio nonostante l’ordine di evacuazione, hanno scoperto con sgomento che il distacco dell’acqua non è legato a morosità nelle bollette, come inizialmente temuto. A chiedere la sospensione del servizio sarebbe stato lo stesso Comune di Taranto, fatto che ha acceso ulteriormente gli animi. Ora il timore è che anche la fornitura elettrica venga interrotta.
La vicenda trae origine da quanto accaduto a inizio maggio, quando una porzione del cornicione dell’edificio è crollata, rendendo instabile la struttura. L’amministrazione comunale ha disposto lo sgombero immediato per motivi di sicurezza. Circa 20 famiglie si sono ritrovate in strada, senza una soluzione alternativa e senza possibilità economiche per finanziare i necessari lavori di messa in sicurezza.
La tensione è rapidamente salita. Alcuni residenti sono scesi in strada e hanno bloccato il traffico su via Cesare Battisti, costringendo all’intervento la Polizia Locale e la Polizia di Stato, chiamata a garantire l’ordine pubblico. Da allora, la situazione è rimasta sospesa, senza risposte chiare né soluzioni stabili.
Le famiglie coinvolte rifiutano di lasciare lo stabile e chiedono con forza l’assegnazione di alloggi alternativi, lamentando l’abbandono da parte delle istituzioni. Il distacco dell’acqua è vissuto come un’ulteriore forma di pressione per forzarne l’uscita.
Intorno alle 18 l'allarme è rientrato, ma quelle famiglie attendono ancora risposte.
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