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Taranto
04 Giugno 2025 - 08:16
Invasi a secco - archivio
TARANTO – In Puglia la situazione idrica si fa sempre più critica e l’agricoltura rischia il collasso, soprattutto nelle province di Foggia e Taranto, dove già nei primi giorni di giugno si attendono punte di 38 gradi. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che invoca interventi urgenti per evitare il blocco delle attività agricole e zootecniche in vaste aree del territorio regionale.
Nella provincia jonica, l’associazione agricola sollecita il ripristino dell’impianto di sollevamento sul fiume Bradano, da attivare con almeno due motopompe capaci di convogliare 300 litri al secondo nella vasca di raccolta di contrada Girifalco a Ginosa. Altrettanto indispensabile è il potenziamento dell’impianto sul fiume Tara, da cui dovrebbero arrivare ulteriori 600 litri al secondo per alimentare la rete irrigua ARIF di Massafra e Palagiano, e, attraverso la condotta Paoloni, i territori di Castellaneta e Palagianello. In parallelo, è urgente anche riattivare i pozzi di Palagianello, che nel 2024 avevano garantito temporaneamente 100 litri al secondo.
Coldiretti propone inoltre di utilizzare l’acqua reflua depurata prodotta dagli impianti di Ginosa, Ginosa Marina e Castellaneta, che potrebbero immettere nella rete consortile altri 70 litri al secondo. Si tratta di una risorsa già disponibile, ma che necessita del collegamento urgente agli attuali sistemi irrigui.
Sul fronte delle infrastrutture, la situazione appare altrettanto delicata. Secondo Coldiretti, è necessario rimettere in funzione i pozzi consortili dismessi, compresi quelli degli acquedotti rurali che servono l’area pedemurgiana tarantina, ancora oggi dipendente da impianti di sollevamento gestiti dall’Acquedotto Pugliese. Tra i siti da riattivare, vengono indicati i pozzi di contrada Serra di Stinge e contrada Bosco a Laterza, contrada Rosario a Castellaneta e contrada Cunegonda ed Estingeta a Mottola. Al tempo stesso, va completata e ampliata la rete irrigua in costruzione nell’agro di Martina Franca.
“I volumi trattenuti dalle dighe regionali sono quasi la metà rispetto al 2024, l’anno peggiore per la disponibilità idrica in Puglia”, ha denunciato Alfonso Cavallo, presidente regionale di Coldiretti. “Il timore è che l’estate 2025 si riveli ancora più devastante per le nostre campagne, che già l’anno scorso hanno subito danni superiori a 1 miliardo di euro. È urgente avviare un piano invasi strutturale per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici”.
A rilanciare l'appello è anche il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni, che indica tra le priorità il completamento della diga di Saglioccia in agro di Altamura, mai entrata in funzione nonostante sia stata costruita negli anni ‘80. Non meno importante, per Piccioni, il recupero della diga del Pappadai, strategica per convogliare fino a 20 miliardi di litri d’acqua dal fiume Sinni e servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato quasi esclusivamente con pozzi e autobotti.
Intanto, Coldiretti ha chiesto al Governo di velocizzare l’erogazione degli aiuti per le assicurazioni agricole e di avviare una riforma complessiva del sistema di gestione del rischio, reso ormai inadeguato da fenomeni meteorologici sempre più estremi. Nel 2024, il valore assicurato delle produzioni agricole in Italia ha toccato i 10 miliardi di euro, coinvolgendo circa 65.000 imprese. Ma senza acqua, anche le polizze non potranno salvare i raccolti.
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