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Taranto

Mar Piccolo, "Subito nuove concessioni per salvare la mitilicoltura tarantina"

Dopo la decisione della magistratura sulla rimozione degli impianti sequestrati, arriva la proposta di Confapi per coniugare legalità, bonifica e rilancio del settore

Mitilicoltura

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TARANTO – Di fronte alla decisione della magistratura che impone la rimozione degli impianti di mitilicoltura sequestrati nel Primo Seno del Mar Piccolo, gli operatori del settore lanciano l’allarme e chiedono soluzioni rapide per evitare il collasso del comparto. In prima linea Confapi Taranto, che torna a sollecitare l’attuazione di una proposta già avanzata in occasione di un tavolo tecnico tenutosi il 9 aprile scorso, alla presenza delle autorità commissariali.

L’idea messa sul tavolo è quella di rilasciare nuove concessioni demaniali agli operatori interessati, legandole in modo vincolante all’obbligo di bonifica degli specchi acquei assegnati. Una misura che, secondo Confapi, potrebbe rappresentare una risposta concreta e immediata per affrontare l’emergenza ambientale e garantire la sopravvivenza di una filiera produttiva storica, duramente colpita da vincoli normativi, crisi economica e impatti climatici.

Il cambiamento climatico e in particolare l’aumento delle temperature marine stanno infatti compromettendo in modo sempre più evidente la qualità e la quantità del seme e del prodotto finito, rendendo la mitilicoltura tarantina sempre più fragile e meno competitiva.

Nel documento presentato da Confapi, si suggerisce anche di alleggerire il peso economico sulle imprese, prevedendo una riduzione temporanea dei canoni demaniali per le concessioni rilasciate a chi si assume l’onere della bonifica. In questo modo, si potrebbe evitare di scaricare ulteriori costi su aziende già provate da anni di difficoltà, incentivando al contempo una rigenerazione sostenibile del Mar Piccolo.

Una proposta, quella avanzata da Confapi, che mira a conciliare il rispetto delle decisioni giudiziarie con la necessità di salvare un settore produttivo identitario per Taranto, ridando fiato a decine di operatori che rischiano di dover fermare le attività in assenza di alternative concrete.

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