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Lecce
31 Maggio 2025 - 07:44
La Polizia Locale
LECCE – Si aprirà il 24 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Lecce il processo nato da un’inchiesta che ha fatto tremare uffici pubblici e istituzioni locali. Al centro dell’indagine, un presunto sistema illecito finalizzato all’annullamento di verbali per violazioni al Codice della Strada, a fronte di utilità di varia natura, dai favori elettorali ai regali personali.
Sono 22 gli imputati che dovranno rispondere, a vario titolo, di reati gravi come associazione per delinquere, corruzione, falso, soppressione di atti pubblici e accesso abusivo a banche dati riservate. Altri 9 indagati, le cui posizioni sono state ritenute marginali, hanno già patteggiato, mentre per un’ex dipendente dell’ufficio traffico è stata stralciata la posizione, con l’accusa di aver rilasciato pass ZTL senza documentazione formale, ricevendo in cambio regali per il proprio matrimonio.
Tra gli imputati eccellenti anche ex assessori, ex consiglieri comunali e dipendenti degli uffici del Comune.
L’indagine, coordinata dalla Procura e portata avanti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce, è partita nel 2019 e ha ricostruito oltre 500 episodi sospetti. Al centro del presunto sistema, secondo gli inquirenti, un meccanismo articolato e collaudato, in cui verbali e sanzioni venivano annullati, manipolati o archiviati per beneficiare amici, conoscenti, clienti o sostenitori politici, anche con la collaborazione di figure interne a più pubbliche amministrazioni.
Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte nel corso delle indagini è emerso che il vantaggio per i pubblici ufficiali coinvolti non era solo materiale, ma anche politico: biglietti per spettacoli, pass omaggio per giostre, addobbi floreali, servizi di trasloco e promesse di voto sarebbero stati i “compensi” in cambio della cancellazione di multe o della manipolazione dei dati nei sistemi informatici preposti alla gestione delle sanzioni.
Tra i reati contestati, anche l’utilizzo non autorizzato dei profili di accesso ai sistemi informatici della pubblica amministrazione per modificare lo stato dei verbali, impedendone la notifica o falsificandone l’importo.
Durante il processo, tra le parti civili, si è costituita anche una dipendente della polizia locale, l’unica tra le persone offese a formalizzare la propria partecipazione in giudizio.
L’inchiesta ha mostrato una fitta rete di complicità, estesa anche a soggetti esterni agli enti coinvolti, che avrebbe permesso agli imputati di garantire l’annullamento dei verbali e, allo stesso tempo, di rafforzare legami personali e consensi politici in un sistema di scambi opachi e radicati.
Ora spetterà ai giudici accertare la fondatezza delle accuse, in un processo che punta a fare luce su una vicenda che ha minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, travolgendo funzionari pubblici, agenti e privati cittadini in quello che si profila come uno dei procedimenti più delicati degli ultimi anni nel Salento.
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