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Bari

Pesce fresco anche nei giorni festivi, “Difendiamo il prodotto italiano dalla concorrenza estera”

Autorizzate le deroghe per pescare durante le feste: nel 2024 boom di importazioni, 8 pesci su 10 non sono italiani. Coldiretti denuncia etichette poco trasparenti e frodi alimentari nei ristoranti

Stop alla pesca in Adriatico

Il pesce

BARI – Il pesce fresco a chilometro zero arriva anche nei giorni festivi, grazie all’autorizzazione in deroga concessa per alcune date chiave: 2 giugno, 1° novembre, 8 dicembre 2025 e 6 gennaio 2026. Lo annuncia Coldiretti Pesca Puglia, commentando il via libera del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che con una nota datata 21 maggio 2025 ha autorizzato l’attività di pesca anche nelle festività, per le unità dotate di draghe meccaniche, turbosoffianti e draghe meccanizzate.

L’obiettivo è garantire continuità operativa ai pescatori, migliorando allo stesso tempo la gestione sostenibile delle risorse marine e contrastando una concorrenza sempre più agguerrita. Nel 2024 si è toccato un record storico: in Italia sono arrivati 1,1 miliardi di chili di pesce straniero, pari a circa 8 pesci su 10 presenti sui banchi di vendita o serviti al ristorante. Una situazione resa ancor più critica dalla mancanza di trasparenza sull’origine, sia per l’etichettatura poco comprensibile, sia per l’assenza di obbligo di indicazione nei menù dei locali.

Nel nostro Paese si pescano circa 130 milioni di chilogrammi di pesce all’anno, ma ne importiamo oltre 840 milioni, a cui si aggiungono i prodotti trasformati come gamberetti e cozze sgusciate. Coldiretti lancia l’allarme su un mercato che rischia di penalizzare i prodotti italiani, complici normative poco chiare che rendono difficile distinguere il pescato nazionale da quello estero.

Tra le frodi più diffuse segnalate da Coldiretti Pesca Puglia ci sono il pangasio del Mekong spacciato per cernia, il brosme venduto come baccalà, oppure l’halibut e la lenguata senegalese commercializzati come sogliola. Nel piatto dei ristoranti si nascondono anche il polpo del Vietnam al posto del nostrano, lo squalo smeriglio che diventa pesce spada, il pesce ghiaccio in luogo del bianchetto, il pagro venduto come dentice rosa e le vongole turche e gamberetti cinesi o argentini, spesso trattati con antibiotici vietati in Europa.

Secondo i dati CREA, il comparto della pesca e acquacoltura in Puglia vale 225 milioni di euro, con 1.455 battelli attivi lungo le coste, pari al 12,3% della flotta nazionale, il 10,5% del tonnellaggio e il 12% della potenza motore. I principali poli produttivi si trovano a Manfredonia, Molfetta, nel sud Barese e nel Salento, con pescato di gamberi, scampi, merluzzi e allevamenti marini di spigole, ombrine e orate.

Per aiutare i consumatori a orientarsi, Coldiretti ha diffuso un vademecum: il consiglio principale è acquistare pesce fresco, più facilmente riconducibile ai nostri mari. L’Italia offre una grande varietà: alici, vongole, sardine, merluzzo, canocchie, triglie, tonno rosso, seppie, polpi, pesce spada, sogliole, cefali e gamberi rossi, oltre a cozze, orate, spigole e trote di allevamento, per le quali è obbligatoria l’indicazione del Paese d’origine in etichetta.

Il messaggio di Coldiretti è chiaro: difendere la filiera corta e trasparente, sostenere i pescatori locali e garantire al consumatore prodotti sicuri e tracciabili, anche a tavola nei giorni di festa.

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