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Pianificazione delle coste, geologi e urbanisti contro la Regione: “Legge sbagliata e pericolosa”

Sigea e Inu Puglia chiedono il ritiro del disegno di legge sul demanio costiero: “Scarica tutto sui Comuni e ignora le vere emergenze ambientali”

Pianificazione delle coste, geologi e urbanisti contro la Regione: “Legge sbagliata e pericolosa”

Un tratto di costa pugliese

BARI – Una sonora bocciatura arriva da due autorevoli organismi tecnico-scientifici sul disegno di legge regionale sul demanio costiero, presentato lo scorso 16 maggio. La Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA-APS) e l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), entrambe sezioni pugliesi, esprimono forti perplessità sulla proposta della Regione Puglia, che punta a sostituire la legge regionale n. 17 del 2015 con un nuovo impianto normativo.

A guidare la presa di posizione è Vincenzo Iurilli, presidente di SIGEA Puglia, che denuncia un’impostazione squilibrata e lacunosa: “La pianificazione costiera – spiega – deve essere fondata su un’analisi seria e integrata di tutti gli aspetti fisici, ecologici, sociali ed economici. Serve uno sguardo lungo e condiviso, non scorciatoie legislative”.

Nel mirino delle due organizzazioni c’è la decisione di trasferire l’intera responsabilità della pianificazione ai singoli Comuni, proprio nel momento in cui si denuncia un grave ritardo da parte degli stessi nell’approvazione dei Piani Comunali delle Coste. “Delegare tutto ai municipi – avvertono gli esperti – significa generare piani frammentati, incoerenti tra loro e privi di coordinamento, con un aggravio evidente per gli uffici locali già in difficoltà”.

Il rischio, secondo SIGEA e INU, è di compromettere la tutela del sistema costiero, che – ricordano – non può essere gestito seguendo confini amministrativi, ma va considerato nella sua interezza geomorfologica e ambientale. “Solo una pianificazione regionale – sottolineano – può garantire uniformità, efficacia e sostenibilità”.

Criticata anche la cancellazione dei divieti previsti dall’articolo 14 della legge vigente e l’assenza di riferimenti concreti al Piano Regionale delle Coste, che renderebbero inefficace persino lo strumento della copianificazione, privandolo di criteri guida operativi. Nemmeno il citato Quadro di Assetto del Demanio Costiero, da approvare entro 90 giorni dalla legge, sembra in grado di colmare le lacune. “Serve piuttosto un documento costruito con enti scientifici e tecnici, per fornire ai Comuni dati e strumenti concreti”.

Altro punto critico è la mancanza di competenze tecniche nei Comuni: in molti casi non esistono figure in grado di applicare correttamente le Linee Guida regionali per la gestione delle biomasse vegetali spiaggiate (approvate con DGR n. 822 del 6 giugno 2022) o per la manutenzione stagionale delle spiagge (DGR n. 906 del 2021), con rischi concreti per la tutela della fauna protetta, come la tartaruga Caretta-Caretta o il fratino (Charadrius alexandrinus).

Iurilli sottolinea infine l’urgenza di aggiornare la normativa in vigore alla luce delle trasformazioni climatiche in atto, integrando le conoscenze geomorfologiche e ambientali con obiettivi di prevenzione e adattamento sostenibile. “Il sistema costiero – conclude – è il risultato di processi complessi e dinamici: onde, venti, sedimenti, insediamenti. Non si può affrontare tutto questo con norme affrettate e senza il giusto confronto”.

Da qui l’appello finale: ritirare la proposta del 16 maggio e avviare un nuovo percorso partecipato, con tempi congrui e il coinvolgimento di tutti i soggetti scientifici, economici e sociali, per una legge realmente efficace e orientata al futuro.

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