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Lecce
30 Maggio 2025 - 12:07
Un riccio di mare
LECCE – Una delle specie simbolo del Mediterraneo, il riccio di mare viola (Paracentrotus lividus), è a rischio collasso ecologico. Lo rivela uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature – Scientific Reports e guidato dall’Università del Salento.
La ricerca, coordinata dal professor Stefano Piraino, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Ateneo salentino, mette in luce un drammatico declino della popolazione di ricci lungo le coste del Mediterraneo. Una specie considerata fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi marini e per l’economia legata alla gastronomia locale.
Il progetto è stato realizzato nell’ambito del National Biodiversity Future Center (NBFC) e ha coinvolto Arpa Puglia, l’Università di Palermo e l’Università di Malta. I risultati delle campagne di monitoraggio effettuate nell’estate 2023 sono allarmanti: le densità medie registrate in Puglia e Sicilia sono scese sotto gli 0,2 esemplari per metro quadrato, il valore più basso mai rilevato.
Un dato particolarmente preoccupante è l’assenza di differenze significative tra aree marine protette e non protette, segno che le attuali misure di conservazione potrebbero non essere più sufficienti.
Una meta-analisi di oltre 30 anni di dati ha individuato l’inizio del declino già nel 2003, in concomitanza con una forte ondata di calore che ha investito l’Europa e causato un aumento anomalo della temperatura del Mediterraneo. Gli scienziati evidenziano così una combinazione letale tra pressioni antropiche e cambiamenti climatici, principali responsabili del crollo della specie.
«La situazione è critica», afferma Andrea Toso, primo autore dell’articolo. «Il riccio di mare è una componente essenziale degli ecosistemi costieri: la sua scomparsa comprometterebbe sia l’equilibrio ambientale che una risorsa economica rilevante per molte comunità locali».
Il professor Piraino rilancia l’urgenza dell’allarme: «Servono interventi concreti e immediati per la gestione sostenibile della pesca e il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio», ha sottolineato. «I dati raccolti confermano che il tempo a disposizione è limitato e ogni ritardo potrebbe essere fatale».
Un appello forte alla comunità scientifica, alle istituzioni e al mondo della pesca: senza una strategia condivisa e azioni mirate, il riccio di mare viola rischia di scomparire dai fondali del Mediterraneo.
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