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Trapianti, il modello Policlinico conquista Torino: tempi di attesa più bassi d’Italia e 112 interventi nel 2025

Meeting Grandi Ospedali: trapianti da record, nuove tecnologie e oltre 140 assunzioni per potenziare il polo

Il Dg Antonio Sanguedolce a Torino

Il Dg Antonio Sanguedolce a Torino

BARI - Un’organizzazione integrata, tempi d’attesa dimezzati rispetto alla media italiana e un numero crescente di interventi: il Policlinico di Bari si conferma tra le eccellenze sanitarie del Paese nel campo dei trapianti.

Il risultato è stato presentato nei giorni scorsi al Meeting Grandi Ospedali di Torino, dove il direttore generale Antonio Sanguedolce ha illustrato il modello adottato dal polo trapiantologico barese, ormai punto di riferimento nazionale per efficienza e capacità operativa.

Nel primo quadrimestre del 2025, grazie al coordinamento del Centro regionale trapianti, sono stati già effettuati 112 interventi: 41 trapianti di cuore, 31 di fegato e 40 di rene. Un traguardo che certifica il salto di qualità compiuto dalla rete pugliese.

I tempi d’attesa confermano la leadership: in Puglia servono mediamente 0,3 anni per un trapianto di fegato e 0,6 per un cuore, contro una media nazionale di 1,6 anni per il fegato e 3,3 per il cuore. Per il trapianto di rene, il dato regionale è allineato a quello italiano.

“Negli ultimi quattro anni abbiamo registrato una crescita costante e per consolidarla abbiamo creato un Dipartimento funzionale che riunisce 15 unità operative dedicate al programma trapianti”, ha spiegato Sanguedolce. Tra queste, spicca la nuova Unità Operativa per il Danno Epatico e il Trapianto, destinata a rafforzare ulteriormente la qualità dell’assistenza per i pazienti in lista d’attesa.

L’intera logistica ospedaliera è stata riprogettata per ottimizzare i percorsi clinici e ridurre i tempi operativi. Inoltre, sono stati introdotti sistemi avanzati di perfusione in grado di garantire il trapianto anche di organi provenienti da centinaia di chilometri, mantenendo alti standard di sicurezza e successo.

Nel 2024, il 75% dei cuori trapiantati a Bari proveniva da fuori regione, con un 10% addirittura dall’estero. Numeri che dimostrano la capacità attrattiva del centro e l’efficienza della sua macchina organizzativa.

Fondamentale anche l’investimento sul personale. “Con il supporto della Regione Puglia abbiamo pianificato oltre 140 nuove assunzioni, tra medici, infermieri, OSS e tecnici – ha concluso Sanguedolce –. Una scelta strategica per rendere il nostro programma trapiantologico sempre più solido e proiettato al futuro”.

Un esempio virtuoso di sanità pubblica che guarda avanti, mettendo al centro i pazienti e l’innovazione.

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