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Bari
29 Maggio 2025 - 12:21
Il blitz antimafia a Bari "codice interno"
BARI – Il processo in corso denominato “Codice interno”, nato da un’ampia inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Squadra Mobile di Bari, continua a far emergere elementi che stanno scuotendo la scena pubblica cittadina. Ad accendere ulteriormente il dibattito è stata una dura presa di posizione del deputato di Forza Italia Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera.
Secondo Bellomo, le recenti dichiarazioni rese in aula da Luca D’Amore, amministratore unico dell’Amtab, delineano un quadro "a dir poco allarmante" sulla gestione della partecipata comunale dei trasporti. In particolare, il parlamentare fa riferimento al ruolo ricoperto da Massimo Parisi, fratello di un noto esponente della criminalità organizzata, per anni dipendente Amtab e, secondo quanto emerso, figura influente al punto da dirigere il Cral aziendale e versare importanti contributi volontari al fondo interno.
Ma non è tutto. Bellomo richiama un passaggio ancora più spinoso dell'inchiesta: un presunto incontro che coinvolge l’allora sindaco Antonio Decaro, durante una campagna elettorale. L’episodio è stato riferito da un collaboratore di giustizia ritenuto attendibile dalla Procura. “Un'accusa gravissima – incalza Bellomo – che getta un'ombra profonda sulla figura di Decaro e sull’intera vicenda politica barese degli ultimi anni”.
Nel suo intervento, il deputato forzista critica aspramente l’atteggiamento dell’ex sindaco, oggi indicato come possibile candidato del centrosinistra alla guida della Regione Puglia, accusandolo di non aver presentato querela per smentire pubblicamente le gravi accuse che lo hanno coinvolto. “Chiunque – afferma – avrebbe difeso la propria reputazione con un atto netto e immediato. Lui non lo ha fatto”.
Bellomo parla di una gestione dell’Amtab degenerata, di responsabilità politiche mai assunte e di un silenzio assordante da parte di chi ha guidato il Comune durante gli anni in questione. “Nessuno – aggiunge – ha ancora chiesto scusa ai baresi per aver consentito il declino di un’azienda strategica, finita in un tunnel senza uscita. Troppi hanno preferito voltarsi dall’altra parte”.
Infine, l’appello alla cittadinanza: “I baresi – conclude Bellomo – hanno il diritto di conoscere ogni dettaglio. Solo con la verità si può tornare a scegliere con consapevolezza”.
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