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Bari e Bat, la morsa dei clan tra tradizione mafiosa e nuovi equilibri criminali

La Dia conferma la persistenza delle storiche organizzazioni mafiose di tipo mafioso-camorristico. Cresce la sinergia tra criminalità locale e gruppi albanesi nel traffico internazionale di droga. Nella Bat forte attenzione ai traffici illeciti e al rischio di infiltrazioni nell’economia legale

La Direzione Antimafia

La Direzione Antimafia

BARI E BAT - La criminalità organizzata che opera nella città metropolitana di Bari continua a evidenziare strutture radicate e una notevole capacità operativa, con una chiara stratificazione gerarchica nei principali quartieri urbani e nelle aree periferiche.

Secondo la Relazione 2024 della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicata ieri, il panorama criminale barese si articola attorno a quattro gruppi storici: clan Capriati, Parisi-Palermiti, Strisciuglio e Mercante-Diomede. Queste organizzazioni, che da decenni si contendono il controllo del territorio, hanno progressivamente ampliato i propri interessi, mantenendo una presenza incisiva nel traffico di stupefacenti, nell’estorsione e nel riciclaggio di capitali illeciti.

Il clan Capriati, storicamente radicato nella zona del Borgo Antico, mantiene una solida influenza anche nel settore delle scommesse clandestine. Il clan Parisi, invece, domina ampie aree del quartiere Japigia ed è coinvolto in alleanze trasversali, sia con organizzazioni del Nord barese, sia con gruppi esterni alla regione. Il gruppo Strisciuglio, con base nel quartiere Libertà, si conferma tra i più militarizzati e violenti, capace di espandersi verso la provincia, pur mantenendo un radicamento urbano. Infine, il gruppo Mercante-Diomede, attivo nel quartiere Carrassi, è emerso per la sua capacità di infiltrarsi nel tessuto economico, puntando sulla mimetizzazione e l’uso di attività lecite di facciata.

Una delle dinamiche più preoccupanti segnalate dalla Dia è la forte collaborazione con gruppi criminali di matrice albanese, particolarmente attivi nella gestione del traffico internazionale di cocaina, eroina e marijuana. I flussi di droga provenienti dall’area balcanica continuano a transitare per la Puglia, trovando nella rete criminale barese un efficace canale di distribuzione e riciclaggio.

Anche sul piano investigativo e repressivo, il territorio barese è stato interessato da numerose operazioni antimafia nel 2024, che hanno confermato la pericolosità e la capacità organizzativa dei sodalizi criminali, nonostante gli arresti di spicco.

Provincia Bat, una criminalità fluida tra vecchie alleanze e nuovi assetti

La provincia di Barletta-Andria-Trani si conferma una realtà complessa, dove la presenza mafiosa non si traduce in strutture monolitiche ma in una pluralità di gruppi spesso interconnessi con clan baresi e garganici. La criminalità organizzata locale è frammentata, ma altrettanto pericolosa, capace di mutare strategia in funzione del contesto territoriale.

Nel territorio di Andria, restano attivi elementi riconducibili a gruppi storici di stampo mafioso, spesso legati a traffici di droga, estorsioni e ricettazione. A Barletta, si rileva l’influenza di soggetti orbitanti attorno a contesti criminali più ampi, come quelli legati ai clan foggiani e baresi. A Trani, infine, l’azione delle forze dell’ordine ha contrastato significative attività legate al narcotraffico, ma si segnala anche il rischio di infiltrazioni mafiose in ambiti imprenditoriali, soprattutto nei settori dell’edilizia e dei servizi pubblici.

La Relazione DIA sottolinea inoltre come il territorio Bat rappresenti un crocevia strategico per il transito e lo stoccaggio di droga, anche grazie alla vicinanza con il porto di Bari e ad arterie logistiche fondamentali. L’interesse dei clan si orienta anche verso la gestione di attività economiche apparentemente lecite, che vengono utilizzate per il riciclaggio e l’occultamento dei proventi illeciti.

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