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Legge sui pozzi

Acque pubbliche, la Puglia riscrive le regole: nuova legge regionale su concessioni, utilizzo e tutela

Approvata all’unanimità la riforma per la gestione delle risorse idriche: norme più chiare, piattaforma online, priorità al consumo umano e stop ai prelievi abusivi

Un pozzo nelle campagne pugliesi - immagine prodotta con Ai

Un pozzo nelle campagne pugliesi - immagine prodotta con Ai

BARI – Con voto unanime, il Consiglio regionale della Puglia ha dato il via libera a una nuova legge che rivoluziona la disciplina dell’utilizzo delle acque superficiali e sotterranee (conosciuta come legge sui pozzi). Il provvedimento segna un cambiamento decisivo nella gestione delle risorse idriche, introducendo norme unificate, procedure semplificate e strumenti tecnologici per il controllo e il monitoraggio dei prelievi.

La nuova normativa sostituisce la legge regionale 18 del 1999. 

Il cuore della riforma è rappresentato dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi, grazie alla piattaforma digitale “Procedimenti Derivazioni idriche”, già operativa. Tutti gli atti di richiesta, rinnovo e autorizzazione passeranno ora per via telematica, rendendo trasparente e tracciabile ogni fase della gestione delle acque pubbliche.

Numerose le novità introdotte: procedure omogenee in tutta la regione per la ricerca, estrazione e utilizzo delle acque, ridefinizione delle durate delle concessioni, che potranno valere fino a 15 anni, e obbligo di presentare ogni 3 anni le analisi chimiche e batteriologiche dei prelievi.

La legge disciplina anche le concessioni ad uso domestico e le regolarizzazioni delle utenze esistenti non riconosciute, con l’apertura di un periodo straordinario di 270 giorni per la presentazione delle istanze di emersione, sia per le acque sotterranee che superficiali. È previsto inoltre un sistema progressivo di riduzione dei volumi concessi nelle zone soggette a stress idrico, in particolare entro 1 km da punti di captazione potabile.

Ridefiniti anche i canoni di concessione, ora calcolati secondo il modello binomiale stabilito a livello nazionale, e disciplinate in modo puntuale le situazioni di deroga alle NTA del PTA. Viene riconosciuta la priorità assoluta dell’uso potabile, sia in condizioni ordinarie che di emergenza, con il vincolo che ogni altro utilizzo non comprometta quantità e qualità della risorsa.

Un altro elemento rilevante è l’introduzione della disciplina sulle licenze di attingimento, finora assente, e la precisa definizione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (ZVN). Nelle ZVN, il rilascio o rinnovo delle concessioni irrigue è subordinato al rispetto delle norme tecniche regionali e del programma d’azione Nitrati.

Per i titolari di concessioni scadute, è previsto un termine di 24 mesi per presentare l’istanza di rinnovo tardivo, sanzionabile solo se non vi sia stato utilizzo della risorsa. In caso contrario, l’utente dovrà pagare anche le sanzioni previste dal regio decreto 1775 del 1933. Trascorsi 2 anni senza richiesta di rinnovo, la concessione decade automaticamente, con obbligo di ripristino e pagamento delle sanzioni.

Il periodo di regolarizzazione delle utenze abusive è stato limitato agli ultimi 5 anni, cancellando i canoni precedenti, per favorire l’emersione e mappare con precisione i prelievi effettivi. In caso di cessazione dell’uso, i pozzi dovranno essere chiusi o messi in sicurezza entro 60 giorni, pena l’intervento d’ufficio del Comune con addebito delle spese al titolare.

Il testo è stato arricchito da una serie di emendamenti significativi, tra cui quello del consigliere Paolo Pagliaro che prevede il trasferimento della gestione delle acque dagli acquedotti rurali all’Aqp, e quello del consigliere Giacomo Conserva che autorizza accordi tra la Regione e le Università pugliesi per attività di ricerca e formazione sulla gestione idrica.

Su proposta dell’assessore Donato Pentassuglia, sono state inserite ulteriori modifiche: l’introduzione della possibilità per gli Atc di posticipare fino al 30 giugno le immissioni faunistiche a scopo di ripopolamento, la commercializzazione dei cinghiali abbattuti durante la caccia e i controlli, e l’ampliamento della platea dei beneficiari nel programma di alienazione degli immobili regionali assegnati alle forze dell’ordine.

Infine, grazie a un emendamento dell’assessore Raffaele Piemontese, è stato stanziato un fondo di 500.000 euro a sostegno dei grandi eventi sportivi che si svolgeranno sul territorio regionale.

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