GROTTAGLIE – Paura a Grottaglie, dove un’auto è andata completamente distrutta in un incendio divampato nella notte. Il veicolo apparteneva all'assessore allìAmbiente del Comune di Grottaglie Maurizio Stefani, che vive nell’edificio accanto al quale l’auto era parcheggiata. Le fiamme hanno danneggiato anche la facciata dell’abitazione, provocando forte preoccupazione in città.
L’allarme è scattato intorno alle 4 del mattino, quando alcuni residenti hanno notato il rogo già esteso e hanno allertato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti in pochi minuti i vigili del fuoco del distaccamento locale, che hanno domato le fiamme e messo in sicurezza l’area.
A supporto dei soccorritori anche gli agenti del Commissariato di Grottaglie, che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’origine del rogo. Al momento nessuna pista viene esclusa, ma tra le ipotesi più accreditate vi è quella di un atto doloso, un’eventualità che innalza la tensione nel contesto politico e sociale locale.
Il gesto, se confermato come intimidatorio, potrebbe assumere contorni particolarmente gravi data la posizione pubblica della vittima. Gli inquirenti stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e ascoltando i primi testimoni per ricostruire quanto accaduto.
Ulteriori aggiornamenti sono attesi nelle prossime ore, mentre l’amministrazione comunale e la cittadinanza restano in apprensione per un episodio che potrebbe non essere solo un fatto di cronaca, ma un segnale inquietante rivolto a chi rappresenta le istituzioni.
Immediata la risposta dell'Amministrazione comunale attraverso un intervento scritto dal Sindaco della città, Ciro d'Alò: «Questa notte è accaduto qualcosa di gravissimo: l’auto dell’assessore Maurizio Stefani è stata data alle fiamme. Un atto criminale, vile, che ha messo in pericolo non solo lui, ma anche la sua famiglia, la sua casa, la tranquillità dei vicini.
Le fiamme hanno lambito la facciata dell’abitazione. Poteva finire in tragedia. E solo per un caso non siamo oggi a raccontare un dolore ancora più profondo. Ci stringiamo con forza a Maurizio, a sua moglie, ai suoi figli. Nessuno dovrebbe vivere la paura dentro le mura della propria casa, nessuno dovrebbe essere colpito per il proprio impegno pubblico.
Questo non è solo un attacco a un uomo, è un attacco all’intera comunità, al senso stesso delle istituzioni, alla libertà e alla democrazia. Chi ha compiuto questo gesto vile pensava forse di spaventarci, di fermare il lavoro che portiamo avanti ogni giorno con onestà e dedizione. Si sbaglia di grosso. Non ci pieghiamo. Non ci faremo intimidire.
Risponderemo con più determinazione, più coesione, più coraggio.
E non possiamo tacere sul clima che stiamo vivendo. Troppo spesso, sui social, si scatena un odio cieco, una rabbia costante che semina rancore e disumanità. Le parole hanno un peso. Le parole costruiscono o distruggono. E quando si perde il senso del limite, il passo verso la violenza è breve. È il momento di fermarsi, di riflettere, di ritrovare il rispetto, anche nelle differenze.
Le idee si confrontano, non si bruciano. Le persone si ascoltano, non si aggrediscono.
Oggi siamo tutti al fianco di Maurizio. E da oggi lo saremo ancora di più. Uniti, sempre con la schiena dritta.
Non vinceranno la paura e l’odio. Noi andiamo avanti. Insieme».