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Il caso
24 Maggio 2025 - 08:03
Elia Pellegrino, Presidente dell'Associazione Italiana Frantoiani Oleari
ANDRIA - Dopo più di 10 anni dalla sua prima comparsa in Puglia, la Xylella fastidiosa ha già lasciato dietro di sé un paesaggio spettrale: centinaia di migliaia di ulivi disseccati, oltre 200 frantoi oleari chiusi, migliaia di posti di lavoro perduti, comunità devastate. Eppure, in questo contesto tragico - sostengono i vertici dell'Aifo, l'associazione dei frantoiani oleari - c’è ancora chi tenta di riscrivere la realtà, insinuando che l’emergenza sia stata creata ad arte per favorire l’installazione di impianti fotovoltaici, eolici o a biomassa.
Una narrazione infondata e pericolosa, che l’AIFO ha respinto con fermezza. “Non solo è falso, ma è anche profondamente offensivo per chi ha vissuto sulla propria pelle questa catastrofe agricola”, ha dichiarato il presidente Elia Pellegrino, intervenendo per fare chiarezza sulle notizie circolate in questi giorni.
Secondo alcuni articoli apparsi su diversi media, ci sarebbero piante nel Salento che sarebbero “guarite spontaneamente” dalla Xylella, producendo un olio “più buono di prima”. Una tesi che Pellegrino bolla come “follia pura”, priva di qualsiasi fondamento scientifico. “La Xylella – ribadisce – è un batterio che aggredisce i vasi linfatici della pianta, causando il disseccamento irreversibile. L’albero non guarisce: semplicemente muore”.
L’AIFO condanna anche l’attacco mediatico nei confronti dell’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, al quale esprime solidarietà e pieno sostegno. “Ridurre una complessa gestione sanitaria a 30 secondi decontestualizzati – commenta Pellegrino – è una forma di manipolazione. E in questo momento, ciò che serve è responsabilità collettiva e unità, non strumentalizzazioni”.
Intanto, il batterio ha superato i confini del Salento e ha raggiunto zone come Minervino Murge, minacciando direttamente il cuore dell’olivicoltura pugliese e nazionale. Per questo, l’associazione invita alla massima vigilanza informativa. “Diffondere fake news significa indebolire la lotta alla Xylella, isolare gli agricoltori, ostacolare la scienza. Chi parla di complotti – conclude Pellegrino – non ha mai respirato l’odore acre di un frantoio chiuso o guardato negli occhi chi ha visto morire il proprio uliveto”.
L’AIFO ribadisce il proprio impegno a difendere la verità scientifica, i lavoratori della filiera olivicola, e tutti coloro che lottano, ogni giorno, per salvare un patrimonio millenario fatto di paesaggio, cultura, qualità e identità.
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