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Lecce
22 Maggio 2025 - 08:01
Neonato - archivio
LECCE - Aveva solo 14 mesi quando il suo cuore ha smesso di battere. A stroncarlo, il 7 giugno 2023, fu un arresto cardiocircolatorio causato da una polmonite interstiziale, di probabile origine virale, mai diagnosticata e mai curata con terapie mediche appropriate.
I genitori, un uomo di 52 anni e una donna di 42, residenti in un comune dell’entroterra salentino, avevano scelto di affidarsi esclusivamente a cure omeopatiche e all’allattamento materno prolungato, escludendo del tutto i controlli pediatrici e ogni forma di intervento sanitario tradizionale.
Anche quando il bambino fu colpito da un’influenza con febbre oltre i 39 gradi, la coppia non cambiò approccio terapeutico. Si rivolse invece a un oculista di fiducia, che visitò il piccolo ma si limitò a prescrivere un rimedio omeopatico, senza consigliare una visita pediatrica né ulteriori accertamenti clinici per valutare l’origine della febbre persistente.
Quel consulto medico si rivelò drammaticamente insufficiente. Quando la mattina del decesso i genitori si accorsero che il piccolo non dava più segni di vita, fu il padre a chiamare il 118, ma all’arrivo dei sanitari non c’era più nulla da fare.
Fin da subito, il caso sollevò sospetti e interrogativi. Entrambi i genitori erano conosciuti per le loro posizioni radicali contro le vaccinazioni e per il rifiuto sistematico della medicina convenzionale. Gli inquirenti avviarono quindi accertamenti, scoprendo che il piccolo non era mai stato sottoposto a visite pediatriche, eccezion fatta per un controllo effettuato il 25 maggio 2022, quando aveva solo 2 mesi. In quella occasione, lo specialista aveva raccomandato l’esecuzione di screening neonatali, ma i genitori non avevano dato seguito alla prescrizione. Anche episodi febbrili precedenti, secondo gli atti, erano stati gestiti in autonomia, senza alcun consulto medico.
La Procura ha contestato ai genitori l’accusa di omicidio colposo per negligenza, imprudenza e imperizia, ritenendoli responsabili di non aver garantito al figlio le cure mediche necessarie.
I due imputati hanno scelto di patteggiare la pena davanti al gip Angelo Zizzari, ottenendo 2 anni di reclusione con sospensione condizionale e non menzione della condanna, nell’ambito di un accordo tra la difesa e la pm Rosaria Petrolo.
Diversa la posizione dell’oculista che visitò il bambino nei giorni precedenti alla tragedia: per lui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, ritenendo il suo intervento inadeguato e privo degli approfondimenti diagnostici necessari.
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