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Taranto

L’allarme di Libera: “Cinque candidati impresentabili a Taranto, la politica non resti in silenzio”

Il Coordinamento dell'associazione fondata da don Luigi Ciotti denuncia la presenza di aspiranti consiglieri accusati di reati gravi. “Servono liste pulite e partiti responsabili. Basta ipocrisie sul contrasto alle mafie”

Il Palazzo di Città di Taranto il 25 aprile 2020

Il Palazzo di Città di Taranto il 25 aprile 2020

TARANTO – A pochi giorni dal voto per le amministrative 2025, il Coordinamento di Libera – Contro tutte le mafie lancia un grido d’allarme destinato a scuotere le coscienze. Secondo quanto emerge dal Codice di autoregolamentazione delle candidature, stilato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, sono 23 i candidati considerati impresentabili a livello nazionale, 5 dei quali a Taranto.

Una cifra che preoccupa e che, secondo Libera, fotografa un problema strutturale nella selezione della classe dirigente locale. Tra gli aspiranti consiglieri indicati, ci sarebbero figure già note nel panorama politico tarantino, ma anche nomi nuovi, seppur già coinvolti in vicende personali opache.

I reati contestati spaziano da autoriciclaggio a usura, passando per corruzione aggravata, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e traffico di influenze. Un quadro giudiziario che, secondo Libera, avrebbe dovuto scoraggiare qualsiasi partito o lista civica dal candidare simili profili. E invece, ancora una volta, la logica della convenienza elettorale ha prevalso su quella dell’etica pubblica.

Non basta aspettare le verifiche della Commissione Antimafia – si legge nella nota del Coordinamento –. I partiti dovrebbero adottare autonomamente regole rigorose di autoregolamentazione, per evitare di proporre agli elettori persone che hanno già dimostrato di non rispettare la legalità”.

Secondo Libera, la responsabilità politica è ancora più grave perché in questa campagna elettorale il tema mafie è stato colpevolmente rimosso. “Tranne rare eccezioni, nessuno ha avuto il coraggio di parlarne. Prima era tabù per non disturbare l’opinione pubblica, oggi è assente per calcolo. È una vergogna”, affermano con forza gli attivisti.

Per l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, non può esistere alcun vero contrasto alle mafie se le istituzioni continuano ad accogliere candidati legati a pratiche illecite. “Abbiamo bisogno di una politica onesta, fondata sull’etica e sul servizio alla comunità, che sappia garantire giustizia sociale e convivenza civile”, scrive Libera.

Infine, un appello agli elettori: “Partecipate al voto, ma scegliete donne e uomini che considerano la politica un impegno autentico per il bene comune, non chi la usa per interessi personali o per coprire rapporti con l’illegalità. Le istituzioni meritano rispetto, e chi non è degno non deve rappresentarle”.

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