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Lecce

Agente aggredito in carcere, è allarme sicurezza: “Numeri da emergenza”

Un poliziotto penitenziario colpito al volto da un detenuto per futili motivi. La Uilpa denuncia: “Senza dotazioni e in condizioni estreme, la violenza è diventata quotidiana”

Una cella di un carcere - archivio

Una cella di un carcere - archivio

LECCE - Nuovo episodio di violenza dietro le sbarre del carcere di Lecce. Un agente della Polizia Penitenziaria è finito al pronto soccorso dopo essere stato colpito in pieno volto da un detenuto all’interno della casa circondariale di Borgo San Nicola. L’aggressione, avvenuta nella giornata di lunedì 20 maggio, è stata denunciata dalla segreteria regionale della Uilpa, che da tempo segnala una crescente emergenza legata alla sicurezza degli operatori penitenziari.

Secondo la prima ricostruzione dell’accaduto, il poliziotto sarebbe stato avvicinato per motivi futili e improvvisamente aggredito con un pugno in faccia. Subito soccorso dai colleghi, è stato trasportato all’ospedale Vito Fazzi, dove i medici gli hanno diagnosticato un trauma facciale e applicato diversi punti di sutura.

A denunciare la gravità dell’episodio è Stefano Caporizzi, segretario generale regionale della Uil Pa Polizia Penitenziaria, che parla di un fenomeno ormai fuori controllo. “Siamo di fronte a una reiterazione inaccettabile di attacchi agli agenti, spesso privi di strumenti di protezione e costretti a lavorare in condizioni disumane”, afferma Caporizzi, sottolineando come il clima nei penitenziari pugliesi sia ormai esplosivo.

I numeri forniti dal sindacato confermano la deriva: nel 2024 si sono già registrate 2.040 aggressioni contro la polizia penitenziaria, a fronte delle 1.200 del 2022, con un incremento che sfiora il 100% in appena due anni. “Una tendenza che non accenna a rallentare”, aggiunge il sindacalista, “e che trova il suo epicentro proprio in Puglia, dove il sovraffollamento carcerario ha raggiunto livelli record”.

Caporizzi punta il dito anche contro le scelte dell’amministrazione penitenziaria, che a fronte dell’aumento della popolazione detenuta non ha previsto un potenziamento del personale, lasciando gli istituti privi delle risorse necessarie a garantire la sicurezza. “Il principio di territorialità della pena – spiega – andrebbe rivisto: ci sono regioni dove i detenuti sono meno dei posti disponibili, mentre in Puglia si sfiora il collasso”.

La mancanza di interventi strutturali, denuncia la Uilpa, sta minando la tenuta del sistema carcerario, aggravando il rischio per chi vi opera ogni giorno. “Qualsiasi misura alternativa alla presenza fisica del personale, come i domiciliari, non è sufficiente a spezzare i legami con il crimine”, conclude Caporizzi, che rivolge un pensiero al collega ferito: “A lui va tutta la nostra solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione”.

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