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Bari
21 Maggio 2025 - 08:03
La Direzione investigativa antimafia di Bari
Maxi-blitz tra Bari e Tirana, smantellate tre organizzazioni del narcotraffico: 52 arresti
BARI – Un’alleanza investigativa internazionale ha messo a segno uno dei più duri colpi al traffico di droga tra l’Italia e i Balcani. Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, e con il coordinamento di Eurojust e della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sono stati eseguiti 52 provvedimenti cautelari nei confronti di soggetti coinvolti in un vasto sistema di narcotraffico, riciclaggio e abuso d’ufficio.
L’operazione, denominata URA, è il risultato di una complessa indagine condotta dalla DIA di Bari tra settembre 2021 e giugno 2022, in sinergia con Interpol, la Polizia albanese, l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana e la Squadra Investigativa Comune tra Italia e Albania.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, due organizzazioni criminali operative nel barese agivano in stretta connessione con un potente clan di Durazzo, dedito alla distribuzione di eroina e cocaina su scala transnazionale. Il flusso di droga, attivo sin dal 2016, coinvolgeva Balcani, Nord Europa, Sud America e Puglia, con una rete capace di gestire importazioni massicce e di rifornire i gruppi mafiosi di Bari, Brindisi e Lecce.
Le indagini hanno portato alla luce un sistema di trasporto della droga ben strutturato, con carichi provenienti dalla Turchia e dall’America Latina, confezionati in laboratori clandestini nel barese. Sono stati documentati 255 chili di stupefacenti puri movimentati da corrieri internazionali, e un flusso di contanti pari a 4,5 milioni di euro trasferiti dalla Puglia all’Albania attraverso autisti di autobus di linea, utilizzati come vettori del denaro sporco.
Accertate anche transazioni da oltre 500 mila dollari destinate all’acquisto di cocaina in Ecuador, e consegne di denaro in contanti a Bari per importi superiori a mezzo milione di euro. Contestualmente, le autorità albanesi hanno individuato episodi di abuso d’ufficio all’interno delle proprie istituzioni.
Tra i riscontri principali figurano il sequestro di 3 milioni di euro in contanti a Durazzo, 2 tonnellate di cocaina al porto di Rotterdam, 932 chili a Gioia Tauro, 30 chili di eroina e 400 chili di hashish a Noicattaro, oltre a laboratori artigianali per il taglio e il confezionamento della droga scoperti in provincia di Bari.
Un elemento di assoluta novità è l’utilizzo delle chat criptate della piattaforma SKYECC, acquisite su richiesta del Tribunale di Parigi. I messaggi, una volta decodificati dalla DIA e condivisi con la SPAK di Tirana, sono stati analizzati e incrociati con le prove raccolte tramite intercettazioni, pedinamenti e dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, giudicati credibili dagli inquirenti.
Secondo quanto disposto dal GIP di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, i vertici delle tre organizzazioni agivano con una capacità di gestione paragonabile a vere e proprie holding criminali, sfruttando strumenti tecnologici avanzati e competenze manageriali. Tra i destinatari delle misure cautelari vi sono esponenti di spicco della criminalità organizzata albanese, tra cui il capo di una potente famiglia di Durazzo, un comandante e un agente della Polizia albanese, un avvocato e sei autisti coinvolti nei traffici internazionali.
I sequestri patrimoniali, effettuati in Italia e in Albania, hanno interessato beni mobili e immobili per diversi milioni di euro: 9 appartamenti, 4 società, 7 conti correnti e 3 autovetture sul territorio italiano, mentre in Albania sono stati bloccati ristoranti di lusso, agenzie immobiliari, una rete televisiva e due imprese edili.
L’intera operazione si inserisce in un ampio progetto investigativo avviato dalla DDA di Bari e dalla SPAK di Tirana, che già in passato, con le inchieste “Shefi”, “Kulmi” e “Shpirti”, tra il 2018 e il 2021, aveva portato all’esecuzione di 118 arresti, al sequestro di oltre sei tonnellate di droga e di ingenti patrimoni illeciti.
Le 52 misure odierne – di cui 49 in carcere, 1 ai domiciliari e 2 con obbligo di firma – sono state eseguite in Albania nelle città di Durazzo, Tirana, Fier, Scutari e Valona, e in Italia nelle province di Bari, Brindisi, Matera, Frosinone, Torino, Cosenza, Trento, Como, Cremona e Roma, oltre che in Belgio.
Le indagini si trovano ancora nella fase preliminare. La responsabilità degli indagati sarà accertata solo nel corso del processo, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza e del diritto alla difesa.
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