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Bari

Tributo 630, scontro in Consiglio regionale: centrodestra e M5S all’attacco della maggioranza

Bocciato l’emendamento per sospendere il tributo ai Consorzi di bonifica. Opposizioni unite contro la decisione della Regione: “Traditi i cittadini e calpestati i diritti degli agricoltori”

Agricoltura

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BARI – Il Consiglio regionale della Puglia si trasforma in campo di battaglia politica dopo la bocciatura dell’emendamento che chiedeva la sospensione del tributo 630, il contributo imposto ai proprietari di terreni dai Consorzi di bonifica. La proposta, avanzata dal centrodestra e sostenuta anche dal consigliere del M5S Cristian Casili, è stata dichiarata inammissibile con una motivazione tecnica: secondo il Governo regionale, sarebbe in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione, che impone la copertura finanziaria per le leggi che comportano nuove o maggiori spese.

Ma per i gruppi di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia Domani, la spiegazione fornita dalla Giunta è solo un pretesto per evitare il confronto. La vera questione, secondo l’opposizione, riguarda l’assenza di benefici concreti per i contribuenti, ai quali viene chiesto di pagare un tributo senza aver mai ricevuto i servizi previsti. I partiti di centrodestra denunciano che i piani di classifica e di bonifica non risultano né completi né approvati, che la manutenzione ordinaria e straordinaria su molte aree è del tutto assente, e che i ruoli emessi non corrispondono ai reali benefici goduti dai proprietari dei fondi agricoli.

Il centrodestra punta il dito anche contro il principio costituzionale di corrispettività e ragionevolezza dell’imposizione fiscale, che verrebbe violato da un tributo slegato da qualsiasi utilità per i cittadini. Non meno dura la critica all’atteggiamento della maggioranza e della presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, accusata di negare il diritto di parola a diversi consiglieri e di scaricare la responsabilità delle scelte politiche sul Governo nazionale, quando – secondo l’opposizione – la sospensione del tributo è pienamente nelle mani della Regione. Ma a pesare sul bilancio regionale ci sarebbe il deficit sanitario, definito “una voragine” che impedisce qualsiasi intervento compensativo.

A sostegno della battaglia si è espresso anche Cristian Casili, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ha parlato di una giornata in cui sono state “calpestate le prerogative dei consiglieri e i diritti degli agricoltori”. L’emendamento, da lui firmato e presentato in modo trasversale, era il naturale proseguimento di una mozione già approvata in aula, e puntava a sospendere il tributo fino all’approvazione dei nuovi piani di classifica e del piano generale di bonifica.

Casili respinge al mittente l’accusa di aver condotto una battaglia populista o pre-elettorale, e ricorda che altri provvedimenti dichiarati inammissibili sono poi stati votati senza problemi in Consiglio. Secondo il consigliere pentastellato, anche in questo caso si sarebbe dovuto votare, lasciando semmai al Governo nazionale l’eventuale rilievo di incostituzionalità. “Una battaglia di civiltà e giustizia sociale – l’ha definita – che non si fermerà qui”.

Dai banchi dell’opposizione è arrivata la promessa di continuare a difendere agricoltori e cittadini pugliesi colpiti da cartelle esattoriali che non trovano fondamento nei servizi offerti dai Consorzi di bonifica. Una pioggia di sentenze, ricordano, sta già dando ragione a chi ha impugnato il tributo. E per i partiti contrari all’attuale assetto, quella consumatasi in Consiglio è l’ennesima brutta pagina della politica pugliese.

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