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Taranto

Allarme alla centrale elettrica dell'ex Ilva: “Rischio stop per lo stabilimento”

La Filctem Cgil denuncia criticità negli impianti termoelettrici: “Serve un incontro urgente con l’azienda. Scelte unilaterali, lavoratori in cassa con un sms”

L'ex Ilva

L'ex Ilva ora Acciaierie d'Italia

TARANTO - Lo stabilimento siderurgico di Taranto torna nell’occhio del ciclone. Questa volta l’allarme arriva dai sindacati e riguarda il cuore dell’approvvigionamento energetico del sito: le centrali termoelettriche. A denunciarlo è la Filctem Cgil con il suo segretario generale Francesco Bardinella, affiancato dalle rappresentanze sindacali unitarie Giuseppe Leone e Gianluca Carrieri.

L’ultima segnalazione risale al 17 marzo, quando durante il secondo turno sono state rilevate gravi anomalie legate alla bassa pressione dell’altoforno (Afo), che hanno portato allo stop forzato della centrale Cet3. A questo si aggiunge il fatto che gli interventi di manutenzione previsti su Cet2 non sono ancora stati eseguiti, aggravando ulteriormente il quadro operativo.

La situazione è critica – afferma Bardinella – e il rischio concreto è che l’intero impianto possa fermarsi. Per questo abbiamo sollecitato un confronto urgente con la dirigenza di Acciaierie d’Italia Energia Srl, per conoscere l’assetto di marcia attuale delle centrali e discutere delle soluzioni possibili”.

Il clima all’interno dello stabilimento si è ulteriormente appesantito dopo l’esplosione dello scorso 7 maggio, che ha provocato il sequestro dell’Afo1 da parte della Procura di Taranto. Un episodio che ha innescato nuovi ricorsi alla cassa integrazione, senza però alcuna interlocuzione preventiva con il sindacato.

Proprio su questo punto, Bardinella e i rappresentanti sindacali Leone e Carrieri tornano ad accusare l’azienda: “Dal 14 maggio attendiamo una risposta alla richiesta di incontro. Invece, i lavoratori della centrale elettrica sono stati collocati in cassa integrazione con un semplice sms, senza alcun confronto sindacale e in violazione dell’accordo sottoscritto il 15 ottobre 2024”.

La Filctem Cgil ribadisce che la gestione emergenziale delle criticità impiantistiche non può avvenire a scapito dei lavoratori, che continuano a pagare il prezzo di scelte aziendali unilaterali e mancanza di trasparenza. Per il sindacato, serve un’inversione di rotta immediata, che riporti condivisione e responsabilità al centro del dialogo industriale.

Intanto, lo spettro di nuovi fermi produttivi e di un progressivo svuotamento delle attività operative all’interno del polo tarantino getta nuove ombre sul futuro dell’ex Ilva.

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