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Taranto
20 Maggio 2025 - 09:43
I carabinieri di Taranto
TARANTO - Una delicata operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Taranto, con il supporto dello Squadrone Eliportato "Cacciatori di Puglia", del 12° Reggimento Carabinieri "Sicilia" e del Nucleo Investigativo, ha portato questa mattina, 20 maggio 2025, all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di sette minorenni, tutti residenti nel capoluogo jonico, ritenuti responsabili di una serie di atti violenti e discriminatori avvenuti tra gennaio e aprile.
I provvedimenti, emessi dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni, dispongono il collocamento in comunità per i sette ragazzi, di età compresa tra 14 e 17 anni. A carico degli indagati sono stati formulati pesanti capi d’accusa: resistenza e violenza a pubblico ufficiale, vilipendio delle Istituzioni e delle Forze Armate, lesioni personali aggravate dal numero degli aggressori e dalla discriminazione razziale, danneggiamento e violazione di domicilio.
Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno preso avvio a partire da un grave episodio avvenuto il 27 gennaio nel rione Tamburi, quando un 26enne nigeriano fu aggredito brutalmente da un gruppo di giovani con il volto coperto, che lo colpirono con pietre, spranghe e mazze di legno. All'arrivo dei carabinieri, i ragazzi si sarebbero barricati dietro i cassonetti, lanciando oggetti contundenti anche contro i militari.
Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di documentare altri due episodi successivi. Il 29 gennaio, la stessa vittima sarebbe stata nuovamente presa di mira, con l’incendio dei documenti e degli effetti personali. Il giorno seguente, 30 gennaio, i ragazzi avrebbero ripreso a lanciare sassi contro autobus e auto in transito, colpendo anche un mezzo dell’Arma intervenuto sul posto. In quell’occasione, i minori avrebbero intonato cori offensivi contro le istituzioni, pubblicando poi video e commenti sui propri profili social.
Tre degli indagati, essendo infraquattordicenni, non sono imputabili, ma le autorità hanno comunque ricostruito le loro responsabilità. I sette giovani, per i quali vige la presunzione di innocenza, sono stati accompagnati nelle comunità educative individuate dal Centro di Giustizia Minorile di Bari, al termine delle formalità di rito.
L’inchiesta, ancora in corso, mette in luce un preoccupante spaccato di devianza giovanile, aggravato da elementi di odio razziale e violenza contro lo Stato, e rappresenta un monito per le istituzioni scolastiche, sociali e familiari chiamate a intervenire con urgenza per arginare fenomeni di questa portata.
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