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Miele pugliese sotto attacco, “Scegliere italiano per salvare api, agricoltura e ambiente”

Importazioni sospette e prezzi stracciati minacciano un settore chiave per la biodiversità e il futuro del pianeta. In Puglia attivi oltre 32.000 alveari e 1.070 aziende. Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle api

Miele pugliese sotto attacco, “Scegliere italiano per salvare api, agricoltura e ambiente”

Api

BARI - In occasione della Giornata mondiale delle api, che si celebra lunedì 20 maggio, Coldiretti Puglia ha lanciato un appello forte e chiaro: acquistare miele Made in Italy per sostenere l’apicoltura regionale, difendere l’ambiente e tutelare un patrimonio prezioso composto da oltre 32.000 alveari e 13.000 sciami, essenziali per l’equilibrio degli ecosistemi e la riproduzione di migliaia di specie vegetali.

Il grido d’allarme arriva mentre il cambiamento climatico, la siccità e l'import sleale dall'estero mettono in ginocchio il comparto. In Puglia, sono attive 1.070 aziende apistiche che producono varietà pregiate di miele, dai più noti millefiori, agrumi, timo ed eucalipto, fino a produzioni di nicchia come fiordaliso, sulla, coriandolo e mandorlo. Un settore in crescita, sempre più guidato da giovani e donne imprenditrici.

Secondo ISPRA, quasi il 90% delle piante da fiore selvatiche e il 75% delle colture agricole nel mondo dipendono dall’impollinazione operata dagli insetti, in particolare dalle api. In Puglia, il calo della popolazione di questi insetti, sia domestici sia selvatici, rappresenta una minaccia concreta alla biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura. Tre colture su quattro, tra cui mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni, devono gran parte della propria resa all’opera silenziosa delle api, confermando il loro ruolo insostituibile nella filiera alimentare.

A questo quadro già fragile si aggiunge l’aggressione dell’importazione di miele adulterato, con numeri allarmanti: nei primi 4 mesi del 2024, l’Italia ha visto aumentare dell’11% le importazioni di miele dall’estero, spesso venduto a prezzi inferiori ai 2,14 euro al chilo. Un’indagine della Commissione Europea ha rivelato che nel 46% dei campioni analizzati è stato riscontrato l’utilizzo di sciroppi zuccherini, additivi e coloranti per falsificare origine e qualità del prodotto.

Particolarmente preoccupanti i dati sulla provenienza: 74% delle partite sospette arriva dalla Cina, mentre la Turchia registra il tasso più alto di irregolarità, con il 93% dei campioni analizzati non conformi. Un’invasione che mette a serio rischio il miele italiano, prodotto in un contesto libero da coltivazioni OGM, come sottolineato da Coldiretti.

L’etichettatura di origine è oggi l’unico strumento a tutela del consumatore, spiega Coldiretti Puglia: la parola “Italia” deve comparire in modo evidente sui vasetti di miele interamente nazionale. In caso di miscele, è obbligatorio indicare l’origine geografica dei Paesi di provenienza: “miscela di mieli originari della UE”, “non originari della UE” o entrambe le diciture, accompagnate dai nomi dei Paesi coinvolti.

Per difendere api, ambiente e consumatori, la soluzione è scegliere il miele direttamente dai produttori locali, nelle aziende agricole, nei mercati di Campagna Amica o negli agriturismi. Solo così – conclude Coldiretti – sarà possibile rafforzare l’apicoltura italiana, combattere le frodi internazionali e salvaguardare la biodiversità, oggi più che mai in pericolo.

Come ricordava Albert Einstein, “se l’ape scomparisse dalla faccia della Terra, all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita”

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