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19 Maggio 2025 - 06:29
Il Questore Bar Alfredo Fabbrocini e Pinuccio Fazio
BARLETTA - A distanza di 20 anni, Pinuccio Fazio si prepara a un momento che definisce storico. Oggi, nella scuola media Ettore Fieramosca di Barletta, potrà finalmente riabbracciare Alfredo Fabbrocini, oggi questore della provincia di Barletta-Andria-Trani, ma che il 20 maggio di vent’anni fa era soltanto un giovane commissario.
Quel giorno, poco prima delle 7, fu proprio Fabbrocini a bussare alla porta della famiglia Fazio. Portava con sé una notizia destinata a cambiare per sempre le loro vite: erano stati arrestati gli autori dell’omicidio del piccolo Michele, ucciso per errore all’età di 15 anni nel cuore di Bari vecchia.
Il ragazzo, vittima innocente di una guerra di mafia tra i clan Capriati e Strisciuglio, fu travolto dalla violenza il 12 luglio 2001, mentre si trovava nei vicoli del quartiere in cui viveva. Da allora, la sua storia è diventata un simbolo.
“Conservo da sempre un abbraccio per quel poliziotto”, racconta oggi Pinuccio con voce carica di emozione. “Domani finalmente potrò consegnarglielo”.
L’incontro avverrà nel corso della giornata dedicata alla sensibilizzazione contro ogni forma di violenza, organizzata dall’associazione Divine del Sud e intitolata La stanza divina contro il disagio dei giovani.
La presenza di Fabbrocini e Fazio sullo stesso palco rappresenta molto più di una semplice commemorazione. È il segno tangibile di un percorso condiviso di memoria, legalità e riscatto.
“Rivedere Pinuccio – spiega il questore – sarà un tuffo nel passato, ma anche un’occasione per ricordare tutte le vittime innocenti di un sistema criminale che impone il proprio dominio con la violenza delle armi. Il compito della Polizia di Stato è garantire giustizia alle loro famiglie”.
A sottolineare il valore educativo dell’iniziativa è anche Agata Oliva, presidente dell’Osservatorio su violenza e suicidio, che ha voluto rendere omaggio al ruolo di Pinuccio e di sua moglie Lella: “Sono vere e proprie istituzioni antimafia. Il loro esempio è fondamentale per aiutare i giovani a riconoscere i pericoli della violenza e a costruire una cultura fondata sul rispetto e sulla tolleranza”.
L’abbraccio tra un padre e un uomo in divisa racconterà più di mille parole: racconterà che la memoria, quando è condivisa, può diventare azione, speranza e futuro.
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