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Bari

Export record per olio e pasta, ma Coldiretti avverte: “Senza accordi di filiera, la crescita rischia di svanire”

Balzo del 47,6% nel 2024 per l’export agroalimentare barese. Il Made in Puglia traina l’Italia, ma la concorrenza estera e l’agropirateria minacciano il futuro del comparto

Olio extravergine di oliva

Olio extravergine di oliva

BARI – Il 2024 si conferma un anno d’oro per l’agroalimentare della provincia di Bari. L’export del distretto dell’olio extravergine di oliva e della pasta ha registrato un aumento del 47,6%, con l’olio che da solo segna un +48%, seguito da una crescita del 9% per il vino e del 7% per la pasta. Lo rileva Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Monitor sui distretti industriali del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo e delle statistiche Istat sul commercio estero.

La performance del settore agroalimentare ha compensato il calo dell’8,1% del polo aerospaziale pugliese, contribuendo in modo decisivo alla tenuta economica regionale. Ma nonostante i numeri positivi, Coldiretti lancia un appello chiaro: senza accordi di filiera e prezzi equi che coprano almeno i costi di produzione, il rischio è che questi successi restino effimeri.

“Servono intese tra agricoltori, industrie e distributori – spiega Coldiretti – per garantire qualità, stabilità e trasparenza lungo tutta la filiera. Solo così si può difendere davvero il Made in Italy e restituire valore al territorio”.

In questo contesto nasce “Filiera Pasta”, progetto interno a Filiera Italia, pensato per tutelare l’intero comparto della pasta italiana, in un momento in cui si assiste a un boom dell’importazione di grano estero: 1,5 miliardi di chili di prodotto provenienti soprattutto da Canada, Turchia, Russia e Kazakistan, impiegati per produrre pasta che, spesso, viene etichettata come italiana.

L’esigenza di protezione cresce anche sul fronte internazionale. Secondo Coldiretti, il valore dell’agropirateria nel mondo ha toccato i 120 miliardi di euro, complice anche il blocco degli scambi causato da guerre, sanzioni e misure protezionistiche, che favoriscono la proliferazione di falsi alimenti tricolori, spesso privi di qualsiasi legame con la tradizione o la filiera nazionale.

Ad aggravare la situazione – denuncia Coldiretti – arrivano nuove minacce come l’introduzione di carne, pesce e latte sintetici, insieme all’approvazione di etichette allarmistiche sul vino e all’adozione del controverso sistema Nutriscore, definito “fuorviante, incompleto e penalizzante per il Made in Italy”.

L’85% del valore dei prodotti a denominazione d’origine italiani viene escluso dalle diete Nutriscore – si legge nella nota – a favore di cibi industriali e ultraprocessati, in molti casi senza nemmeno una ricetta dichiarata”.

Per garantire una crescita duratura, Coldiretti chiede di cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR, puntando sulla modernizzazione della logistica, lo sblocco delle infrastrutture e migliori collegamenti tra Sud, Nord e mercati internazionali, tramite una rete integrata di aeroporti, treni ad alta velocità, porti e cargo.

Il Made in Puglia continua a stupire il mondo, ma la sfida ora è difendere la qualità, rafforzare le filiere e costruire un sistema solido che metta al riparo da speculazioni e contraffazioni. Solo così, conclude Coldiretti, “la crescita dell’export potrà tradursi in benessere reale per imprese e territori”.

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