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Corato

"La sagra della carne di cavallo è una celebrazione della violenza": Lndc contro il patrocinio di Comune e Regione

L’associazione animalista chiede l’annullamento dell’evento in programma il 17 e 18 maggio. “Non è cultura, è regressione”

Polemiche sulla Sagra della Carne di cavallo a Corato

Polemiche sulla Sagra della Carne di cavallo a Corato

BARI – La LNDC Animal Protection scende duramente in campo contro la Sagra della carne di cavallo in programma a Corato nei giorni 17 e 18 maggio, con il patrocinio del Comune e della Regione Puglia. Un evento che, secondo l’associazione, normalizza la violenza nei confronti di un animale storicamente legato all’essere umano da un rapporto di fiducia, rispetto e affetto.

Celebrare la macellazione di un cavallo non è tradizione, ma ostinazione. Non è cultura, ma violenza normalizzata” – afferma con fermezza Piera Rosati, presidente nazionale dell’organizzazione animalista. “Non possiamo accettare che si continui a sfruttare la morte di un essere senziente come attrazione festosa, per di più con il sostegno di istituzioni pubbliche”.

Secondo la LNDC, il cavallo è percepito dalla stragrande maggioranza degli italiani come animale d’affezione, al pari di cani e gatti, e non può essere ridotto a semplice “piatto tipico” in nome di una presunta tradizione gastronomica. “In Cina si condanna pubblicamente la macellazione dei cani, ma poi in Italia si giustifica la carne di cavallo. È un paradosso culturale che non possiamo più tollerare”, aggiunge Rosati.

L’associazione ha già inoltrato una formale lettera di protesta al sindaco di Corato e al presidente della Regione Puglia, mettendo in copia anche la Polizia Locale, l’ASL veterinaria e i Carabinieri Forestali, per chiedere l’immediato annullamento della manifestazione. La richiesta è sostenuta anche da numerose segnalazioni di cittadini indignati, che hanno manifestato disagio e turbamento all’idea di un evento che celebra lo sfruttamento animale in un contesto festoso.

L’Italia ha bisogno di esempi di civiltà, non di fiere della sofferenza – prosegue Rosati –. Le sagre possono essere strumenti di promozione culturale e territoriale, ma devono escludere qualsiasi forma di spettacolarizzazione della morte. Serve un cambio di rotta che vada incontro alle nuove sensibilità, soprattutto delle giovani generazioni, sempre più attente a temi come empatia, sostenibilità e rispetto per la vita”.

La LNDC ha annunciato che, in assenza di un intervento risolutivo da parte delle autorità, proseguirà la propria battaglia su tutti i fronti, inclusi quello legale, mediatico e istituzionale, per difendere la dignità e il diritto alla vita degli animali coinvolti.

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