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Il caso

Frane e alluvioni: ecco quanto suolo è stato cementificato provincia per provincia

La denuncia di Coldiretti: clima estremo e abbandono delle campagne aggravano la fragilità del territorio. Persi 160 mila ettari di terra agricola. Serve subito la legge sul consumo di suolo

Siccità

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BARI - Il territorio pugliese è sempre più fragile e vulnerabile: ben il 96,5% dei Comuni risulta esposto al rischio di dissesto idrogeologico. Una percentuale allarmante, confermata dai dati Ispra e rilanciata da Coldiretti Puglia, che lancia l’ennesimo grido d’allarme alla vigilia della nuova ondata di maltempo attesa nei prossimi giorni.

Frane, alluvioni ed erosione costiera sono solo alcune delle minacce che colpiscono non solo le aree urbanizzate, ma soprattutto quelle rurali e agricole, dove l’abbandono dei terreni e l’assenza di manutenzione amplificano gli effetti degli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti e violenti. Piogge torrenziali concentrate in poche ore provocano danni anche in zone poco antropizzate, rendendo evidente la necessità urgente di interventi strutturali.

A pesare sulla tenuta del suolo è anche il crollo della superficie agricola utilizzabile, che in Italia ha perso quasi il 30% negli ultimi 50 anni. Solo in Puglia, denuncia Coldiretti, sono già 160 mila gli ettari di terreno consumati, resi impermeabili da cementificazione e incuria. Il dettaglio provinciale è drammatico: 28.149 ettari a Foggia, 37.275 a Bari, 39.739 a Lecce, 11.105 nella Bat, 19.989 a Brindisi e 23.747 a Taranto.

«Difendere la terra significa proteggere anche il futuro dell’agricoltura, dell’economia locale e dell’ambiente», sottolinea Coldiretti, chiedendo un riconoscimento sociale e culturale del ruolo dell’agricoltore e interventi concreti per frenare l’erosione del paesaggio rurale.

In cima alle priorità, secondo l’organizzazione, c’è l’approvazione della legge nazionale sul consumo di suolo, ferma da quasi 10 anni, ma considerata fondamentale per dare all’Italia un moderno strumento di difesa ambientale. Accanto alla riforma legislativa, Coldiretti chiede investimenti in infrastrutture idriche, con la creazione di invasi per la raccolta dell’acqua piovana, opere di riciclo e manutenzione, per far fronte alle emergenze climatiche e garantire la disponibilità idrica nei periodi di siccità.

Il rischio idrogeologico in Puglia non è più un tema per addetti ai lavori, ma un’urgenza strutturale che riguarda l’intero sistema produttivo e la sicurezza dei cittadini. La sfida è ora quella di trasformare il grido d’allarme in azioni concrete e durature.

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