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Bari

Passa il Giro d'Italia a Putignano: rimossa una bandiera palestinese da un balcone. Scatta la protesta

I Giovani Democratici denunciano un intervento delle forze dell'ordine che avrebbero imposto il ritiro di una bandiera esposta da un privato cittadino. «Un atto grave contro la libertà d’espressione inaccettabile in uno Stato democratico»

Giro d'Italia

Giro d'Italia - archivio

BARI - Monta la polemica a Putignano dopo un episodio verificatosi durante il passaggio del Giro d’Italia, che ha riacceso il dibattito sulla libertà d’espressione e sui limiti degli interventi di ordine pubblico. Secondo quanto denunciato dai Giovani Democratici della Puglia, della Terra di Bari e di Putignano, un cittadino sarebbe stato costretto dagli agenti a rimuovere una bandiera della Palestina esposta dal balcone della propria abitazione.

Un gesto che, secondo i promotori della denuncia, non aveva alcun contenuto offensivo né istigazione all’odio, ma rappresentava una presa di posizione simbolica e pacifica a sostegno di un popolo da mesi al centro di una drammatica emergenza umanitaria.

«Siamo di fronte a un fatto gravissimo che non può essere ignorato», hanno dichiarato i rappresentanti del movimento giovanile del Partito Democratico, parlando di una vera e propria censura preventiva, attuata con modalità che ledono i principi costituzionali. «Non esiste alcuna norma che vieti l’esposizione di una bandiera da una proprietà privata. Nessuna logica di opportunità televisiva può giustificare un simile intervento», hanno aggiunto.

Nel mirino, oltre all’esecuzione dell’ordine, anche le ragioni che lo avrebbero motivato, giudicate arbitrarie e lesive della libertà individuale. Il caso, sottolineano i Giovani Democratici, non può essere derubricato a semplice incidente, ma richiede chiarimenti ufficiali e l’individuazione di eventuali responsabilità.

«Continueremo a esporre quella bandiera finché non taceranno le bombe e finché non sarà ripristinata la giustizia», affermano i promotori dell’appello, che si dicono pronti a difendere il diritto alla solidarietà e alla libera opinione, tanto più in un momento storico segnato da forti tensioni internazionali.

La vicenda, destinata a far discutere, arriva nel contesto di una tappa sportiva trasmessa in mondovisione, ma che ora rischia di lasciare dietro di sé uno strascico di polemiche istituzionali e civili.

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