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L'indagine
13 Maggio 2025 - 08:18
Il conflitto in Ucraina - archivio
BARI - La stragrande maggioranza dei baresi crede nella diplomazia come unico mezzo per fermare i conflitti in corso. È quanto emerge da una nuova indagine promossa da Changes Unipol e condotta da Ipsos, che analizza il rapporto tra la popolazione barese e i grandi temi della guerra, della difesa e della pace in un contesto internazionale segnato da tensioni sempre più gravi.
Il dato più netto riguarda la fiducia nei canali diplomatici: il 97% degli intervistati ritiene che la soluzione alle guerre debba passare attraverso il dialogo, con oltre la metà, il 53%, favorevole al coinvolgimento di Paesi terzi nei processi di mediazione. Solo il 3% sposa l’idea di un conflitto prolungato fino alla vittoria militare.
Ma la città di Bari si rivela anche profondamente segnata da uno spirito pacifista: il 50% degli abitanti si dichiara contrario alla guerra in qualsiasi forma, mentre il 38% adotta una posizione più pragmatica, valutando caso per caso. Solo una sparuta minoranza, il 3%, si dice sempre favorevole a interventi armati.
La guerra tra Russia e Ucraina è percepita come la più allarmante: l’84% dei baresi esprime forte preoccupazione per il conflitto nell’Est Europa, mentre il conflitto in Medio Oriente viene temuto dal 79%. A pesare, soprattutto, è il timore per l’uso di armi nucleari (44%), la possibile estensione del conflitto all’Occidente (35%) e il ritorno del terrorismo jihadista, temuto nella stessa percentuale. Meno allarmano le conseguenze umanitarie (31%) e gli attacchi informatici (13%).
Sul piano geopolitico, solo il 33% degli intervistati ritiene che Donald Trump potrebbe avere un ruolo decisivo nella risoluzione della guerra in Ucraina, mentre prevale lo scetticismo.
Il tema della spesa militare divide profondamente l’opinione pubblica barese: il 25% ritiene che sia già troppo elevata, il 30% la giudica adeguata, mentre il 20% è favorevole a un incremento. Il dibattito si fa ancora più acceso sull’ipotesi di portare la spesa militare al 3% del PIL, proposta che incontra la contrarietà del 48% degli intervistati, mentre il 33% si dichiara favorevole.
Posizioni contrastanti anche sulla creazione di un esercito europeo unificato: il 48% dei baresi è favorevole, il 37% contrario. Per quanto riguarda il ripristino della leva obbligatoria, il giudizio è equamente distribuito: il 39% sarebbe favorevole, il 39% contrario, mentre il 10% non ha un’opinione definita.
Infine, emerge un dato identitario forte: il 58% dei baresi è contrario sia ai conflitti armati sia alle politiche di riarmo, segno di una propensione netta verso modelli di risoluzione pacifica e cooperazione internazionale.
Un’indagine che traccia il profilo di una comunità attenta, informata e fortemente sensibile ai temi della pace e della difesa, in un mondo attraversato da tensioni che sembrano non concedere tregua.
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Testata: Buonasera
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