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Lecce

Tutti assolti nel processo per il Gasdotto Tap: “Il fatto non sussiste”

Scagionati la società e 18 imputati, tra cui ex dirigenti e manager delle ditte coinvolte nei lavori. Cadono le accuse di inquinamento ambientale e violazioni edilizie

Il Tribunale di Lecce

Il Tribunale di Lecce

LECCE - Si è chiuso con una pronuncia di assoluzione piena il processo sul tratto terminale del gasdotto Tap in Salento. Il Tribunale di Lecce ha assolto la società Tap e tutti i 18 imputati, tra cui i vertici aziendali dell’epoca, coinvolti a vario titolo in un’indagine che ipotizzava reati come deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazioni urbanistiche e inquinamento ambientale.

La giudice Marta Panìco ha accolto le tesi difensive e ha disposto l’assoluzione per tutti, in particolare per gli 8 imputati per i quali il pubblico ministero Alessandro Prontera aveva chiesto la condanna in relazione all’unica accusa ancora contestata: l’inquinamento ambientale. Secondo il magistrato, infatti, per gli altri capi d’accusa doveva essere dichiarata l’assoluzione o la prescrizione.

La motivazione è stata netta: "il fatto non sussiste". Un verdetto che mette la parola fine a un lungo procedimento giudiziario legato alla realizzazione del microtunnel per il gasdotto, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento energetico nazionale, che collega l’Azerbaijan alle coste del Salento.

Tra gli assolti figurano Michele Elia, all’epoca country manager di Tap Italia e presente in aula al momento della sentenza, Gabriele Lanza, project manager, e altri manager coinvolti nel cantiere come Luigi Romano, Adriano Dreussi, Piero Straccini e Luca Gentili di Saipem, la società appaltatrice dei lavori. Con loro anche Yuri Picco e Aniello Fortunato, rispettivamente responsabile di commessa e direttore tecnico per la Icop, l’azienda incaricata della costruzione del pozzo di spinta.

Per ciascuno degli 8 imputati per i quali il pm aveva richiesto la condanna, era stata avanzata anche una proposta di multa da 66.667 euro. Tuttavia, nessuna sanzione pecuniaria è stata inflitta.

All’inizio dell’udienza, i Comuni di Melendugno e Vernole, che si erano costituiti parte civile, hanno ritirato la propria adesione al processo in seguito a un accordo transattivo con Tap che ha portato nelle casse dei due enti oltre 8 milioni di euro complessivi a titolo di ristoro.

Il gasdotto Tap, al centro del dibattito ambientale e politico degli ultimi anni, prosegue dunque il suo corso senza ombre giudiziarie: il collegamento del metano dall’Azerbaijan all’Italia resta operativo, mentre sul versante giudiziario si chiude definitivamente una vicenda che aveva suscitato forte attenzione pubblica.

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