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Taranto

Infermiere del 118 preso a pugni a Lama: sanità ancora sotto attacco

Un soccorritore colpito durante un intervento di emergenza. Il direttore generale Colacicco: “Basta violenza, va difesa la dignità di chi cura”. In arrivo nuove misure di protezione per il personale sanitario

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Ambulanza del 118

TARANTO – Un nuovo episodio di violenza scuote la sanità tarantina. Nella mattinata di oggi, un equipaggio del 118 è stato aggredito durante un intervento a Lama-San Vito, periferia orientale della città. Gli operatori, appena arrivati sul posto per prestare soccorso a un paziente, sono stati insultati e minacciati, mentre uno degli infermieri è stato colpito al volto con un pugno, senza alcuna ragione apparente.

Nonostante l'aggressione subita, gli operatori sanitari hanno portato a termine il proprio dovere, prestando assistenza al paziente e assicurandone il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata, dove è stato preso in carico dal personale medico.

A condannare con fermezza quanto accaduto è stato Gregorio Colacicco, direttore generale della Asl di Taranto, che ha voluto esprimere solidarietà al personale aggredito e al direttore del servizio 118, Mario Balzanelli. “Chi lavora nel soccorso e in emergenza è quotidianamente in prima linea, spesso in contesti difficili e ad alto rischio – ha dichiarato Colacicco – e non può diventare bersaglio della rabbia e dell’inciviltà”.

Il direttore generale ha sottolineato come le aggressioni al personale sanitario siano ormai una costante, in particolare per chi lavora nel 118 e nei pronto soccorso, strutture esposte in prima persona al disagio e alla tensione sociale. “L’operatore colpito merita la nostra vicinanza e l’impegno concreto dell’azienda per fermare questa spirale di violenza – ha aggiunto –. Difendere la salute dei cittadini significa anche tutelare la sicurezza di chi la garantisce ogni giorno con professionalità”.

Per rispondere all’ennesimo episodio di violenza, Colacicco ha annunciato la convocazione nei prossimi giorni della task force aziendale dedicata alla prevenzione degli atti contro gli operatori sanitari, con l’obiettivo di accelerare l’adozione di nuove misure di protezione e sicurezza.

Condannare queste aggressioni non è solo un atto dovuto, ma un’urgenza etica e civile – ha ribadito il direttore della Asl –. Chi aggredisce un sanitario commette un reato, ma soprattutto mina le basi della convivenza e del rispetto reciproco. In un momento storico in cui il senso civico sembra indebolirsi, è fondamentale riaffermare che la cura e il soccorso non possono convivere con la violenza”.

Colacicco ha infine ricordato che il servizio sanitario non può essere militarizzato, ma che ogni prestazione resta strettamente personale e coperta da riservatezza. Per questo, ha concluso, “serve una vera educazione al rispetto delle istituzioni e delle persone che ogni giorno ne incarnano la missione, altrimenti il rischio è che la barbarie diventi normalità”.

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