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Bari

Sacra Manna, giornalisti bloccati in Basilica: Ordine e Assostampa chiedono regole chiare per il diritto di cronaca

Dopo i disagi durante la celebrazione per San Nicola, i giornalisti pugliesi propongono un incontro per garantire libertà di informazione in eventi di rilievo pubblico. “Serve una modalità condivisa che tuteli i cittadini e chi lavora per informarli”

Sagra di San Nicola - archivio

Sagra di San Nicola - archivio

BARI - Una richiesta ufficiale di confronto per evitare che la stampa venga ostacolata nell’esercizio del proprio dovere durante eventi pubblici di rilievo sociale e religioso. È quanto avanzano l’Ordine dei Giornalisti della Puglia e l’Associazione della Stampa di Puglia, all’indomani di quanto accaduto nella Pontificia Basilica di San Nicola a Bari durante la cerimonia del prelievo della Sacra Manna.

Nel corso della celebrazione, infatti, giornalisti, fotografi e operatori televisivi sono stati confinati in un’area della Basilica che non permetteva nemmeno di inquadrare correttamente il maxischermo, posizionato in modo sfavorevole sul lato opposto. A peggiorare la situazione, il divieto di muoversi liberamente all’interno del luogo sacro, con l’intervento delle forze dell’ordine a limitarne ulteriormente l’attività. Una condizione che ha costretto molti colleghi ad abbandonare la Basilica senza poter realizzare alcun servizio.

“Così facendo non è stato garantito il diritto di cronaca”, denunciano in una nota congiunta le due organizzazioni, che sottolineano come la rilevanza della cerimonia non sia solo religiosa né circoscritta alla città di Bari, ma abbia una portata nazionale e internazionale. Per la prima volta, inoltre, non è stato fornito il segnale internazionale della celebrazione, come invece era sempre avvenuto nelle edizioni precedenti.

Alla luce di questi fatti, Ordine e Assostampa chiedono un incontro urgente con i soggetti coinvolti nell’organizzazione dell’evento, per stabilire regole condivise che tutelino sia il diritto dei cittadini ad essere informati sia la professionalità di chi opera nei media. L’obiettivo è evitare che simili episodi si ripetano in futuro, in un contesto dove l’equilibrio tra sicurezza, rispetto dei luoghi di culto e libertà d’informazione deve essere garantito con trasparenza e buon senso.

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