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Brindisi

Aeroporto del Salento declassato, scoppia la protesta: presentata una interrogazione parlamentare

Sinistra Italiana ed Europa Verde annunciano l’azione della deputata Elisabetta Piccolotti: “Scalo strategico per 3 milioni di cittadini penalizzato da scelte incomprensibili e dannose”

L'incontro a Brindisi sull'aeroporto del Salento

L'incontro a Brindisi sull'aeroporto del Salento

BRINDISI - Si accende la protesta per il "declassamento dell’aeroporto del Salento": nella serata di ieri, durante un incontro pubblico tenutosi a Brindisi, è stata resa nota la presentazione di una interrogazione parlamentare a risposta scritta, firmata dall’onorevole Elisabetta Piccolotti, eletta nella circoscrizione, e indirizzata ai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture e Trasporti.

L’annuncio è arrivato per voce di Mariflò Magli, segretaria provinciale di Sinistra Italiana, e dei coportavoce di Europa Verde Brindisi, Caterina Marini e Domenico Turrisi, nel corso di un confronto pubblico a cui hanno partecipato anche Maria Campese, responsabile nazionale Trasporti e Infrastrutture per Sinistra Italiana, e Antonio Macchia, presidente di Alpaa Puglia.

L’atto parlamentare, presentato il 6 maggio 2025, denuncia le gravi conseguenze del provvedimento contenuto nel decreto interministeriale del 17 febbraio 2025, che prevede la riduzione della categoria ICAO dell’aeroporto di Brindisi da VIII a VII. Una misura che, di fatto, limita l’operatività dello scalo, impedendone l’utilizzo da parte di aeromobili di categoria IX, anche in caso di voli dirottati o emergenziali e riduce la soglia dei movimenti consecutivi a 700.

Secondo l’interrogazione, il declassamento comporterà la perdita di 12 unità operative dei Vigili del Fuoco, con ricadute dirette sulla sicurezza e sull’efficienza del servizio antincendio. Ma gli effetti più pesanti saranno di tipo economico e infrastrutturale: meno attrattività per le grandi compagnie, limitazioni alla gestione dei voli a lungo raggio e un drastico ridimensionamento dello sviluppo futuro dello scalo, nonostante gli oltre 60 milioni di euro di investimenti previsti da Aeroporti di Puglia.

Il documento parlamentare evidenzia inoltre come tale scelta sia in contrasto con il ruolo strategico dell’aeroporto di Brindisi, punto di riferimento per un’area che conta 3 milioni di abitanti durante i mesi invernali e una delle destinazioni più frequentate dal turismo nazionale e internazionale.

La CGIL, con una lettera aperta alle istituzioni, ha già espresso la propria profonda preoccupazione, mentre il Consiglio comunale di Brindisi ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per valutare anche un eventuale ricorso legale.

Nel testo si chiede ai ministri competenti se intendano revocare o rivedere il declassamento, tenendo conto della grave crisi industriale in atto nell’area jonico-salentina, colpita dalla chiusura del cracking ENI-Versalis e dalla dismissione della centrale Enel di Cerano.

La questione, ora portata al centro del dibattito parlamentare, diventa emblematica di uno scontro più ampio tra strategie nazionali e bisogni territoriali, in un contesto già segnato da criticità economiche e sociali.

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