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L'appello

“Bari, città-profezia”: il messaggio di mons. Satriano per la festa di San Nicola

Per la Traslazione delle reliquie del Santo, l’Arcivescovo richiama la città all’accoglienza, alla giustizia per i migranti e alla tutela dei bambini. “Non accendiamo le luci se abbiamo spento il cuore”

Festa di San Nicola a Bari

Festa di San Nicola a Bari

BARI - Bari celebra la Traslazione delle reliquie di San Nicola, il messaggio dell’Arcivescovo Giuseppe Satriano si trasforma in un appello accorato alla città e alla sua coscienza collettiva. Non è solo una ricorrenza da onorare, ma un’occasione per interrogarsi sul presente e sul futuro, sotto la guida di un Santo che continua a parlare con la forza silenziosa delle sue reliquie.

«San Nicola non ci appartiene se non nella misura in cui lo doniamo», afferma con forza l’Arcivescovo, sottolineando come la memoria della Traslazione non sia solo un fatto storico, ma un segno vivo che attraversa le strade, i volti, le ferite della città. Bari, crocevia di popoli nel cuore del Mediterraneo, è chiamata a essere “profeta di fraternità”, custode di un’eredità che non può restare confinata alla ritualità.

Nel suo messaggio, Satriano tocca i temi urgenti della contemporaneità: le migrazioni, i diritti dei bambini, la giustizia sociale, la pace. E lo fa legando la figura di San Nicola a una Chiesa che non si chiude in se stessa, ma si fa presenza viva nei crocevia del mondo. Bari, che ospita uno dei C.A.R.A. presenti in Italia (i Centri di Accoglienza dei Richiedenti Asilo), deve secondo il Vescovo diventare una città dove nessuno si senta straniero, dove la diversità non generi paura ma speranza, dove l’altro sia riconosciuto come risorsa e non come minaccia.

Un passaggio particolarmente significativo è dedicato alla questione dei migranti e al recente dibattito sullo ius scholae, che l’Arcivescovo interpreta come un tema di giustizia, non di burocrazia. Per Satriano, riconoscere la cittadinanza ai figli dei migranti nati e cresciuti in Italia è un atto di verità civile, oltre che un segno di maturità democratica. «Sono ragazzi che cercano la vita con tenacia – ricorda – e a loro dobbiamo appartenenza, casa, dignità».

Non meno toccante è l’appello ai bambini, evocati come vittime innocenti di un mondo attraversato da guerre e disastri ambientali. L’Arcivescovo parla delle loro lacrime come manna dolorosa, e cita Gaza come simbolo delle sofferenze infantili inascoltate. Ma rivolge lo sguardo anche ai più piccoli della nostra città, ricordando che educazione, scuola e luoghi di crescita sono il terreno su cui si gioca il futuro. «Sta a noi adulti non tradire i loro sogni di pace e accoglienza – ammonisce –. Ridiamo loro fiducia».

Il messaggio si chiude con un’invocazione profonda: che la festa non sia folklore vuoto, ma Vangelo vissuto. Le reliquie di San Nicola, portate a Bari, siano segno tangibile di un Dio che cammina con l’umanità, di una Chiesa che si fa casa per i deboli, voce per chi non ha voce.

«Bari, alza lo sguardo – conclude Satriano –. Il Vangelo ti attraversa. Non temere di essere profezia».

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