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Il fatto
07 Maggio 2025 - 08:15
Casa in affitto
BARI - Vivere da soli a Bari, oggi, significa rinunciare quasi del tutto alla possibilità di affittare un bilocale. A rivelarlo è l’ultima indagine condotta da Immobiliare.it Insights, società del gruppo Immobiliare.it, che ha analizzato l’accessibilità al mercato degli affitti nelle 12 maggiori città italiane. Il quadro che emerge per il capoluogo pugliese è tutt’altro che rassicurante: con un canone medio mensile pari a 785 euro, i bilocali risultano fuori portata per i single, che con un reddito medio possono destinare all’affitto non più di 478 euro. Il divario è del 64%, tra i più elevati tra le grandi città italiane.
La ricerca ha preso in esame la soglia considerata sostenibile per l’affitto – pari al 30% del reddito netto mensile – confrontandola con i prezzi reali degli immobili a due locali. A Bari, meno del 3% dell’offerta attuale risulta accessibile a chi cerca casa da solo, un dato che evidenzia un mercato fortemente sbilanciato, dove domanda e offerta sembrano parlare due lingue diverse.
Va meglio alle coppie, che unendo due stipendi riescono – seppur con margini limitati – a coprire i costi. Anche se rispetto a città come Torino, Genova o Verona, dove il rapporto tra canone e reddito disponibile è più equilibrato, Bari continua a mostrare segni di criticità, soprattutto per le fasce più giovani e meno abbienti della popolazione.
A confermare la difficoltà sono anche i dati su base nazionale: nelle città sopra i 250.000 abitanti, gli affitti hanno registrato un incremento medio del 5,8% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un aumento che, unito al caro vita e alla precarietà occupazionale, rende sempre più difficile sostenere le spese di locazione, soprattutto per chi non può contare su una seconda entrata.
«La corsa al rialzo degli affitti ha costretto molti single a spostarsi in periferia o a valutare l’acquisto della prima casa, soprattutto dopo l’abbassamento dei tassi di interesse da parte della BCE», ha dichiarato Antonio Intini, CEO di Immobiliare.it Insights. Ma anche questa, per molti, resta un’opzione fuori portata.
Intanto Bari, insieme a Bologna, Napoli e Venezia, rientra nel gruppo di città dove il divario tra costo reale e possibilità di spesa supera abbondantemente il 60%, segnale che l’emergenza abitativa non riguarda solo i grandi centri del Nord, ma tocca anche capoluoghi del Sud in pieno sviluppo urbano e turistico.
Un allarme che dovrebbe far riflettere istituzioni locali e nazionali, soprattutto alla luce dell’assenza di politiche strutturali sul tema della casa. Senza interventi concreti su edilizia sociale, agevolazioni fiscali e incentivi agli affitti calmierati, il rischio è che intere fasce della popolazione, soprattutto giovani e lavoratori con redditi medio-bassi, restino escluse dal mercato abitativo urbano.
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