Cerca

Cerca

Bari

Il parroco resta ai domiciliari: il gip respinge la richiesta di revoca dopo la morte di Fabiana Chiarappa

Don Nicola d’Onghia, 54 anni, è accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. La Procura: “Versione dei fatti incoerente e inverosimile”

Il Tribunale di Bari

Il Tribunale di Bari

BARI - Resta agli arresti domiciliari don Nicola d’Onghia, il sacerdote di 54 anni della parrocchia San Giovanni Battista di Turi, accusato di aver travolto e ucciso la soccorritrice del 118 Fabiana Chiarappa la sera del 2 aprile.

La decisione è stata assunta dal gip Nicola Bonante, che ha rigettato l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dalla difesa del parroco. Le accuse nei suoi confronti sono gravissime: omicidio stradale e omissione di soccorso.

Secondo le ricostruzioni della Procura, la giovane soccorritrice era ancora viva a terra dopo un impatto con un muretto a secco lungo la provinciale 172, tra Turi e Putignano, quando la Fiat Bravo guidata da don d’Onghia l’avrebbe investita con le ruote anteriori.

Il sacerdote si sarebbe poi fermato venti secondi più tardi in un distributore di benzina per verificare quanto accaduto. “Non l’ho vista, pensavo fosse una pietra”, ha dichiarato davanti al giudice e ai pm Angelillis e Ramundo durante l’interrogatorio di garanzia.

Ma la versione fornita dall’indagato non ha convinto gli inquirenti, che la definiscono “incoerente e inverosimile”, rafforzando così il quadro indiziario che ha portato all’applicazione dei domiciliari.

La tragica morte di Fabiana Chiarappa, giovane operatrice del 118, ha profondamente scosso la comunità locale, che ora attende giustizia per una vicenda tanto dolorosa quanto complessa.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori