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Bari

Corteo per la Palestina il 1° maggio: “Chiudere il consolato israeliano”

Manifestazione promossa dal Tavolo regionale contro le guerre e il riarmo. Nel mirino anche i rapporti tra istituzioni pugliesi e Israele

Una manifestazione pro Palestina in Fiera del Levante a Bari nel 1988

Una manifestazione pro Palestina in Fiera del Levante a Bari nel 1988

BARI – Sarà un 1° Maggio all'insegna della protesta quello che si terrà a Bari, dove il Tavolo regionale per la Palestina, schierato contro le guerre, il riarmo europeo e il governo Meloni, ha organizzato un corteo internazionalista a sostegno della causa palestinese e dei popoli oppressi. La partenza è fissata alle ore 9.30 da piazza Diaz.

Al termine della marcia, prevista in prossimità del Teatro Petruzzelli, prenderanno la parola lavoratori, studenti e associazioni, che animeranno un 1° Maggio solidale e di forte contestazione verso l'attuale governo.

Durante l’iniziativa, i promotori ribadiranno una posizione già espressa più volte: Israele non si manifesta soltanto attraverso ciò che avviene nei territori occupati, ma vive anche attraverso una fitta rete di relazioni economiche, militari e culturali che coinvolgono direttamente enti e istituzioni locali, come la Regione Puglia e le Università.

Particolare attenzione viene rivolta al consolato onorario di Israele in Puglia, Basilicata e Molise, guidato da Luigi De Santis, unico console onorario in Italia riconosciuto ufficialmente dallo Stato di Israele. De Santis, a dicembre, ha ottenuto dalla Prefettura di Bari la conferma della scorta personale.

Tra gli episodi citati a sostegno delle accuse vi sono l'incontro avvenuto il 18 marzo 2025 tra il presidente della Fiera del Levante, Gaetano Frulli, e il decano del corpo consolare, Ioania Gherorghias, in cui è stato firmato un protocollo d'intesa per promuovere le imprese pugliesi sui mercati internazionali, e il summit del 14 gennaio 2025 con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Moshe Sa’ar.

Viene inoltre richiamata la collaborazione con il sistema universitario pugliese, i corsi di formazione per droni, la produzione di componenti militari in piccoli centri, e le esercitazioni congiunte come quella svoltasi l'11 febbraio 2025 presso l’aeroporto militare di Amendola, vicino Foggia. È proprio davanti a quella base che, durante il G7, si svolse una manifestazione che vide anche la partecipazione del Vescovo di Manfredonia, mons. Franco Moscone, oggi nel mirino dell’Ambasciata israeliana di Roma, che lo accusa di antisemitismo.

Il Tavolo regionale denuncia anche l’acquisto da parte del governo italiano di centinaia di missili anticarro, simili a quelli impiegati negli attacchi a Gaza, e ricorda il tentativo di realizzare un lussuoso villaggio turistico a Mogale, Ostuni, da parte di una società israeliana.

I manifestanti chiedono con forza la chiusura del consolato israeliano di Bari, ritenuto un simbolo di complicità con politiche di oppressione. Il richiamo va agli anni '80, quando analoghe proteste portarono alla chiusura della Camera di Commercio Italo-Israeliana, culminate in clamorose azioni alla Fiera del Levante, come la rimozione della bandiera israeliana e la sostituzione con una enorme bandiera palestinese con la scritta "Palestina Libera".

Oggi più che mai è necessaria una mobilitazione contro Israele e in difesa della Palestina” ribadiscono gli organizzatori. “La misura è colma: è tempo di dire basta.

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