BARI – Il biologico non è più una nicchia, ma un modello agricolo sempre più centrale per l’economia e la salute. Lo conferma l’ultimo report Ismea, secondo cui la Puglia è ormai a un passo dal traguardo europeo del 25% di superfici coltivate a biologico, con un dato regionale che ha raggiunto il 23,9%. A comunicarlo è Coldiretti Puglia, che esalta il ruolo strategico della regione nella trasformazione sostenibile dell’agricoltura italiana.
Nel 2024, i consumi di prodotti bio nella grande distribuzione organizzata sono aumentati del 3%, con un trend positivo anche nel Sud Italia. A trainare gli acquisti resta l’ortofrutta, che rappresenta il 42,8% della spesa bio complessiva. Ma accanto ai supermercati, si fanno strada con forza i mercati contadini, che si affermano come canale privilegiato per l’acquisto diretto, con almeno un farmers market su due in Puglia che offre prodotti biologici.
La superficie destinata a coltivazioni biologiche ha superato i 311.000 ettari, confermando la Puglia al primo posto in Italia per estensione bio. I numeri parlano chiaro: 87.000 ettari di uliveti, oltre 52.000 ettari coltivati a cereali, quasi 21.000 ettari di vigneti, 11.000 di ortaggi e 3 impianti di acquacoltura certificata bio.
Alla base di questo successo c’è una fiducia crescente da parte dei consumatori: secondo Coldiretti, 1 cittadino su 5 sceglie regolarmente il biologico ed è disposto a spendere di più per un prodotto tracciato e certificato. Il 13% prevede di aumentare la spesa bio nel prossimo futuro, segno di una consapevolezza sempre più diffusa.
Nei mercati contadini, la presenza diretta dell’agricoltore è diventata la prima garanzia di qualità, superando in credibilità anche i negozi specializzati. A spingere questa scelta è soprattutto la fiducia nel produttore, indicata come il criterio principale per l’acquisto dagli intervistati nell’indagine ISMEA.
I dati confermano che quasi un terzo degli acquisti bio riguarda frutta e verdura, seguiti da pasta fresca, uova, formaggi, olio e miele. Il valore complessivo della spesa nei mercati rionali e contadini ha raggiunto quota 150 milioni di euro.
Ma per Coldiretti non basta. “Bisogna valorizzare le filiere 100% italiane”, è l’appello lanciato dall’associazione, che sollecita l’attivazione immediata del marchio nazionale del biologico, già previsto dalla legge ma ancora non operativo. Un’etichetta che, secondo Coldiretti, consentirebbe ai consumatori di riconoscere facilmente le produzioni bio tricolore, garantite da standard certificati.
Infine, l’organizzazione agricola chiede a Bruxelles di applicare il principio di reciprocità sulle importazioni: “Non possiamo accettare cibi bio da Paesi extra Ue coltivati con regole proibite in Europa. Serve equità per difendere la qualità e fermare la concorrenza sleale”.
La Puglia, dunque, non solo guida la classifica italiana, ma si propone come modello di riferimento per una nuova idea di agricoltura: etica, sostenibile e capace di parlare direttamente al consumatore.