TARANTO – È una delle grandi incompiute della Puglia, un’opera iniziata e mai portata a termine, ma oggi la diga del Pappadai torna al centro dell’agenda politica e agricola grazie all’iniziativa di Coldiretti Puglia, che rilancia l’urgenza di completare i lavori per recuperare un’infrastruttura idraulica strategica, capace di trasformare radicalmente l’approvvigionamento idrico nel Salento.
Nel corso della tavola rotonda svoltasi presso l’impianto di Pappadai, dal titolo “Valorizzazione e sviluppo del territorio”, Coldiretti ha ricordato come le procedure di affidamento dei lavori, avviate a marzo 2024, potrebbero finalmente dare il via a un sistema irriguo moderno in grado di servire circa 9.000 ettari di terreni agricoli. Un progetto atteso da decenni, che punta a trasformare un’opera incompiuta in un volano per la rinascita agricola del territorio.
“La diga fu realizzata tra il 1994 e il 1997, ma da allora è rimasta inutilizzata”, ha dichiarato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia. Solo di recente, dopo un sopralluogo con il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, l’opera è rientrata tra le priorità di intervento della Regione e del Governo.
Il potenziale dell’invaso è enorme: secondo Coldiretti, una volta riattivata, la struttura potrà raccogliere fino a 19.900.000 metri cubi di acqua durante i mesi invernali, costituendo una riserva preziosa sia per l’uso irriguo che potabile. Il progetto prevede anche il ripristino delle condotte che collegano il bacino alla Vasca di Sava, cuore del sistema “Irrigazione Salento”.
A sottolineare l’importanza strategica del recupero è stato anche il direttore regionale Pietro Piccioni, che ha ampliato il quadro: “Occorre intervenire anche sulla diga di Saglioccia, realizzata negli anni ’80 ad Altamura ma mai messa in funzione, e completare opere ferme da oltre 30 anni come quelle nel bacino del Vallona o sul torrente Scarafone in provincia di Foggia”.
Secondo Coldiretti, l’Italia raccoglie appena l’11% dell’acqua piovana disponibile, una percentuale allarmante in un contesto segnato da eventi estremi sempre più frequenti, come nubifragi e bombe d’acqua che mettono in ginocchio un territorio già fragile e carente di manutenzione.
“È indispensabile un piano organico e pluriennale di interventi strutturali e manutentivi”, ribadiscono da Coldiretti, con l’obiettivo di potenziare le infrastrutture idriche, recuperare gli invasi esistenti, ammodernare le reti di distribuzione e sostenere l’irrigazione a basso impatto ambientale, soprattutto nelle zone rurali.
L’acqua, sottolinea Coldiretti, non è solo un bene naturale ma una risorsa essenziale per garantire la sovranità alimentare del Paese, ridurre la dipendenza dalle importazioni, tutelare il reddito degli agricoltori e la competitività del settore agroalimentare italiano.
“Senza acqua non c’è agricoltura. E senza agricoltura non c’è futuro per il territorio”, si legge nella nota conclusiva. Una visione chiara che chiama istituzioni e cittadini a un impegno immediato e concreto, prima che la prossima emergenza climatica colga tutti impreparati.